"La terra d’origine? Sarà sempre con noi"

I ragazzi della scuola (multietnica) bustese “Bigio Bellotti” si raccontano: "Le radici restano nel nostro cuore, ovunque andiamo"

"La terra d’origine? Sarà sempre con noi"

"La terra d’origine? Sarà sempre con noi"

In ognuno di noi c’è un angolo recondito dove sono custoditi i ricordi da conservare; tra i più belli ci sono i ricordi dell’infanzia, delle persone che abbiamo amato e dei luoghi in cui abbiamo vissuto.

Le nostre radici sono parte importante di noi e anche se siamo costretti a trasferirci altrove, i legami con la nostra terra d’origine sono indissolubili. Molte sono le famiglie costrette ad abbandonare la propria casa per innumerevoli ragioni ma, ogniqualvolta ci ritornano, rivivono con piacere i profumi e i sapori del passato.

Nella nostra società multietnica, i più giovani cercano di adattarsi alle nuove realtà, a volte non senza qualche sofferenza. Abbiamo intervistato i nostri ragazzi della scuola "Bellotti" di Busto A. sul significato di "radici", le loro risposte sono state profonde. M.D.P. ha lasciato Napoli qualche anno fa; le sue radici sono le strade partenopee, le frasi sui muri, le persone felici per i vicoli e il cibo: le zeppole, la bomba, la palla di riso e la parigina. "Qui, nel caos di Napoli, riesco, nonostante tutto, a trovare pace e tranquillità". G. N. ha i nonni a Jesolo. Ritrova le sue radici nei volti felici dei familiari, in estate, e nelle piccole cose, come camminare sulla spiaggia. D.A, invece, è molto legata alla Romania, in particolare al monte Moldoveanu, su cui, quando può, fa lunghe passeggiate in sella ai cavalli di sua zia. V.P. ha la madre ungherese, per cui non dimentica la bellissima Budapest. Per B.B. le radici sono i ricordi d’infanzia vissuti ogni estate a Torremezzo (Calabria) e le lunghe passeggiate sul lungomare con gli amici e i parenti. C.N. ricorda con piacere un ponte di Gliaca (Sicilia). Quando vede i graffiti incisi qui "i pensieri, le paranoie, i brutti voti a scuola se ne vanno. Gli occhi si illuminano e mi sento spensierata…". B.B. è del quartiere di Sant’Edoardo, a Busto A. Alcuni suoi ricordi sono legati alla chiesa parrocchiale: "Ogni giorno, tornando dal parco, mia nonna mi portava ad accendere due candele, una per me e una per mio fratello. Quando lei si girava, io spegnevo quelle degli altri".

Anche M.A. ricorda l’infanzia a Busto A.: "Mia mamma mi portava con il passeggino al parco Alto Milanese, qui ho imparato ad andare in bicicletta e a giocare a palla". A.B.O. non dimentica la Tunisia. Ogni tanto pensa al muro dei ricordi a Djerba: "Da piccola, vedevo questo muro e mi chiedevo chi fossero quelle persone in fotografia… Con il tempo, grazie alla scuola, ho imparato a conoscerle, tra queste ho riconosciuto Dante". Il cuore di D.G. invece è rimasto a Shkoder dove è cresciuta con i genitori e ogni tanto ci ritorna. Invece F.S. ritrova le radici a Gressoney, nel profumo dell’aria fresca della montagna, quando osserva il Monte Rosa con il binocolo e quando guarda il mare di nuvole che lo lascia sempre senza fiato. R.R. ricorda, con nostalgia, i botti di Capodanno a Zurigo, città della madre.