La sfida, ritrovare la serenità "Dimenticare sarà difficile È uno sforzo da fare insieme"

Il racconto della mattinata choc del delegato degli studenti nel Consiglio d’Istituto: "C’è la consapevolezza che poteva accadere qualcosa di ancora più grave. Serve un cambio di passo".

La sfida, ritrovare la serenità  "Dimenticare sarà difficile  È uno sforzo da fare insieme"

La sfida, ritrovare la serenità "Dimenticare sarà difficile È uno sforzo da fare insieme"

di Giovanni Chiodini

"Non dimenticheremo facilmente quanto accaduto lunedì mattina". Lo dice Alessandro Recchia, delegato degli studenti nel Consiglio di Istituto, al quinto anno di Liceo.

Tu eri in classe al momento dell’aggressione?

"Si, stavo seguendo le lezioni. Era la prima ora. Ad un certo punto abbiamo sentito della grida, il rumore della gente che correva nei corridori. La professoressa che era con noi si è affacciata alla poprta e ha sentito gli studenti che parlavano di una pistola quindi ha avuto la prontezza di chiuderci in aula. Pochi secondi ed è suonata la campanella dell’evacuazione. In pochi minuti tutto l’istituto si è trovato deserto. Pioveva. Ci siamo messi sotto alle tettoie e solo col passare del tempo si è capito che non era più una situazione di pericolo".

Una prova di evacuazione, senza alcun preavviso...

"Certo ne avremmo fatto volentieri a meno. Devo riconoscere che il corpo docente ha fatto un lavoro fenomenale per metterci tutti in sicurezza. I docenti hanno pensato prima a noi che a loro stessi. Dobbiamo essere grati a loro per quello che hanno saputo fare in quei momenti di panico".

Paura?

"Personalmente non più di tanto. La paura l’ho vista soprattutto sui volti dei ragazzi più piccoli, quelli di prima e seconda".

Due giorni dopo cosa resta?

"C’è la considerazione che poteva accadere qualcosa di più grave. Adesso dobbiamo trovare la serenità per andare avanti, la stessa serenità che ci ha accompagnato in questo anno scolastico, il primo dopo il Covid, il primo tutto in presenza. Credo che tutti insieme sapremo affrontare il dopo nel migliore dei modi".

Per fortuna l’anno scolastico sta finendo...

"È stato indubbiamente un anno particolare. Tanti ragazzi volevano venire a scuola. Per noi la scuola è un punto fondamentale e deve tornare a svolgere questo ruolo. In questi anni è venuta a mancare l’autorità del docente. Quello che stiamo osservando, i numerosi atti di violenza nei confronti dei docenti, ne hanno contati 32, e il fatto che una scuola su cinque in Lombardia si appoggia ai servizi sociali, credo sia uno degli effetti della pandemia. Numeri che non vanno affatto sottovalutati. Questo non lo possiamo fare noi studenti ma il Ministero".