GIOVANNI CHIODINI
Cronaca

La Scuola Senza Frontiere La maestra di tanti immigrati è Cavaliere della Repubblica

L’insegnante in pensione Franca Paia ha ricevuto la nomina per il suo impegno verso il prossimo. Un esempio di volontariato e solidarietà iniziato trent’anni fa con il parroco don Bruno Pegoraro.

di Giovanni Chiodini

Franca Paia, insegnante in pensione, è stata nominata Cavaliere della Repubblica: "esempio virtuoso di donazione verso il prossimo, con 30 anni di volontariato alla Scuola Senza Frontiere di Corbetta". Come è nata questa scuola? "Una domenica sera di settembre del 1993 ero a messa con una mia collega – racconta –. Il parroco, don Bruno Pegoraro, al termine fece un appello. Chiedeva se ci fossero persone disposte a insegnare l’italiano agli immigrati. Per motivare questa richiesta ha raccontato la storia di un giovane che, occupato in un’azienda metalmeccanica della zona, aveva difficoltà a capire cosa gli dicevano i colleghi, che spesso parlavano in dialetto. Un giorno venne chiamato negli uffici, gli dissero di firmare un foglio, che lui non sapeva leggere. La mattina dopo, quando si è recato al lavoro, gli hanno detto che si era licenziato e che non poteva più lavorare. Un’ingiustizia che quel giovane raccontò in lacrime al parroco. Io e la mia collega ci guardammo negli occhi e bastò un cenno di intesa: il giorno successivo eravamo da don Bruno, disposte a iniziare quella avventura".

La parrocchia mise a disposizione dei locali. Franca Paia, che già alle elementari dove lavorava aveva l’incarico di seguire i bambini originari di altri Paesi, e altre maestre (Maura Montani, Paola e Federica Ranzani) garantivano lo svolgimento delle lezioni. Appena avviata, a scuola ci andavano due giovani, un pakistano e un indiano. Ma dopo quindici giorni erano già 10.

Dopo trent’anni è tempo di bilanci. È stata fatta anche una festa a cui ha partecipato l’arcivescovo Delpini. "I quattro insegnanti iniziali ora sono più di 30 e i due studenti stranieri sono diventati più di 120 per ogni anno scolastico. Da metà settembre alla prima settimana di giugno insegniamo l’italiano a tutti gli stranieri che vivono a Corbetta e a Robecco, dove ha sede un distaccamento della scuola, o nei paesi limitrofi. Arrivano da Bareggio e oltre Ticino, grazie alla stazione ferroviaria".

"Sono onorata per questo riconoscimento che idealmente va condiviso con tutti quelli che hanno voluto la nostra scuola. Per me è stato fondamentale aver avuto accanto, nei primi 11 anni di attività, mio marito Gabriele, che mi ha trasmesso il suo entusiasmo a non mollare".