
Nel 2005 Luigi Garavaglia con Oreste Magni Frank Borghi e il ricercatore storico Ernesto Milani
Il “Miracolo di Belo Horizonte“, la partita dei Mondiali di calcio in Brasile del 1950 quando gli outsider di quella competizione, la squadra degli Stati Uniti, riuscirono a sconfiggere i maestri dell’Inghilterra per 1-0. Dell’evento accaduto 75 anni fa si tornerà a parlare oggi a Cuggiono perché pochi sanno che in quella vittoria, poi entrata nella storia, c’era lo zampino dei discendenti dei figli degli emigranti partiti proprio dal mandamento di Cuggiono a cavallo tra ‘800 e ‘900 e inseriti in quella squadra.
A ricostruire la vicenda e a creare un legame che dura da dieci anni con la comunità americana sviluppatasi da quell’emigrazione di massa è Oreste Magni che, con l’Ecoistituto della Valle del Ticino, già lo scorso anno aveva fatto realizzare un murale che celebrava le gesta degli emigrati cuggionesi che fecero fortuna nel baseball professionistico americano. A un anno di distanza, c’è ora spazio per un nuovo murale, che questa volta sarà dedicato ai calciatori che militarono in quella storica formazione a stelle e strisce.
"Domani (oggi è per chi legge, ndr) per celebrare l’evento arriverà a Cuggiono una delegazione di 32 persone da Herrin, città con noi gemellata e alla quale siamo collegati da una lunga storia di emigrazione – spiega Magni – Alle 10,30 verrà intitolata una piazzetta, largo Herrin, e per l’occasione Poste italiane ha deciso di emettere un annullo filatelico dedicato, con due cartoline per Herrin Cuggiono. Alle 17 poi saranno loro a inaugurare il murale che abbiamo intitolato The Game of Their Life".
Il murale ricorderà proprio quella storica partita e i suoi protagonisti, con i quattro giocatori scesi in campo in quell’occasione che provenivano da famiglie del territorio di Cuggiono per emigrate negli Stati Uniti: Frank Borghi, classe 1925, portiere (nel 2005 ci fecero un film e fu Gerard Butler a interpretare il ruolo) autista nella vita di tutti i giorni; Gino Pariani, attaccante e operaio di professione, nato nel 1928; Charlie Martin Colombo, classe 1920, difensore centrale e macellaio di professione. In squadra c’era anche Frank Valicenti, classe 1922, che fece cambiare in Wallace il proprio cognome.
Tra i convocati anche un quinto emigrante cuggionese, Bill Bertani, che allora era trentunenne: ma l’imminente nascita della figlia lo costrinse a rinunciare alla partita. Per tutti loro oggi, a quasi settantacinque anni di distanza esatti da quel 29 giugno, si prospetta un nuovo momento di gloria.
P.G.