
Ex Its Artea
Parabiago (Milano), 26 novembre 2017 - Gli stendini, con adagiati i panni ad asciugare, fanno bella mostra tra i capannoni abbandonati. Si vedono poi diversi giocattoli per bambini, sistemati come capita negli angoli dei tuguri ricavati tra anguste postazioni di letti improvvisati e sudicie stamberghe. Ovunque masserizie, materassi, televisori sventrati, batterie, rottami di biciclette, fornelli elettrici e stracci di coperte lerce. Non manca poi un via vai di persone di etnia rom. Sono queste le immagini desolanti all’interno di quel rudere in cancrena che si affaccia sul Sempione, all’altezza di San Lorenzo. È l’ex Its Artea. Ed è qui che, ancora una volta, non vi sono dubbi sul fatto che sia in corso un’occupazione abusiva. Torna così all’attenzione l’annosa vicenda di un monumento industriale alla mercè del degrado che non si riesce a risolvere, nonostante siano almeno una dozzina gli sgomberi effettuati da carabinieri e polizia locale negli ultimi anni. «In questi giorni - segnalano alcuni residenti che abitano nelle vicinanze - abbiamo visto entrare e uscire più gente del solito. C’erano di sicuro anche delle donne e dei bambini. Abbiamo segnalato tutto in Comune e speriamo si faccia qualcosa al più presto perché è inaccettabile una situazione del genere».
Da quanto si riesce a vedere rimanendo all’esterno dei cancelli, le persone che hanno eletto ora illegalmente a domicilio il ventre e il sottosuolo della fatiscente fabbrica, stanno vivendo in condizioni igieniche davvero da Terzo mondo e tra parecchie insidie strutturali. «Anni fa - aggiunge un uomo che risiede di fronte all’area dismessa - si era parlato di un progetto che prevedeva di radere al suolo tutto e realizzarvi un centro di “fai da te”, bricolage e giardinaggio. Ma non si fece poi nulla». Una proposta finita infatti oramai da tempo nei cassetti dell’oblio. Ed ora, in attesa forse che il progetto venga rispolverato e reso fattibile, l’inospitale “hotel miseria” è tornato a essere abitato da sbandati e senzatetto.