Legnano, inchiesta 'Piazza Pulita': altre sei richieste di rinvio a giudizio

Si tratta questa volta di Enrico Barbarese, Paolo Pagani, Enrico Peruzzi, Mirko Di Matteo, Catry Ostinelli e Luciano Guidi che erano indagati dal primo giorno dell'inchiesta

Il sostituto procuratore Nadia Calcaterra

Il sostituto procuratore Nadia Calcaterra

Legnano (Milano), 21 novembre 2019 - Sono sei le nuoe richieste di rinvio a giudizio per altri sei indagati nella maxi inchiesta Piazza Pulita, su un presunto giro di manipolazioni di incarichi e gare studiate per ottenerli, in seno al Comune di Legnano: l’inchiesta partita lo scorso mese di maggio e che ha portato all’arresto dell’ex sindaco Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’assessore Chiara Lazzarini. 

Le richieste riguardano  quindi Paolo Pagani, ex direttore generale Amga, Enrico Barbarese, dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune, Enrico Maria Peruzzi, ex dirigente comunale, Mirko Di Matteo, ex direttore di EuroPa, Catry Ostinelli, presidente di Amga e Luciano Guidi, candidato sindaco con lista civica alle passate amministrative. Per tutti loro le accuse a vario titolo per concorso in turbativa d’asta e corruzione elettorale (quest’ultima per Guidi e Fratus solamente). Per loro le indagini si erano chiuse lo scorso 6 ottobre: in quell’occasione erano già state stralciate le posizioni di Lorenzo Fommei, ex direttore generale di Amga e Massimiliano Roveda, componente del Cda di Amga, che a inizio inchiesta erano finiti nel registro degli indagati (undici nomi in totale). I sei indagati  erano finiti nel fascicolo firmato dal pm Nadia Calcaterra, a proposito di tre presunte manipolazioni di gare pubbliche per posizioni apicali. Quella da dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune, quella di direttore generale di Amga Legnano e quella di consulente per Euro.pa Service srl. Un quarto capo d’accusa è stato poi formulato nei confronti dei sindaco, vice e assessore durante la seconda udienza del processo a loro carico, relativamente ad un incarico per l’organizzazione di mostre d’arte. 

Secondo l’accusa Maurizio Cozzi, insieme a Mirko Di Matteo avrebbe alterato la gara per la sua posizione in favore di un commercialista fidato, il quale però rifiutò l’incarico. Relativamente la selezione del direttore generale di Amga Legnano spa, i tre principali indagati si sarebbero mossi per trovare un sostituto con il contributo di Paolo Pagani, ex dg di Amga, Catry Ostinelli e Massimilano Roveda. Per la nomina di dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune, Enrico Barbarese avrebbe partecipato al bando su impulso dei tre, nonostante fosse incompatibile e grazie ad un altro bando cucito ad hoc. Luciano Guidi invece, è accusato di aver passato i suoi voti a Fratus al ballottaggio, in cambio di un posto per la figlia nel Cda di Aemme Linea Ambiente. Guidi nel 2017 era candidato per la lista Alternativa popolare.

L’ultima udienza del processo ai tre imputati di Piazza pulita si è tenuta proprio all’inizio di questa settimana: in quell’occasione è stato sentito il primo teste, il maresciallo Michele Martino, del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano che ha seguito le indagini curate dal pm Nadia Calcaterra. Martino ha spiegato da dove siano partite le indagini e cioè dal dossier su Amga arrivato fino in procura e fino a lunedì scorso “anonimo”: è stato lo stesso Martino ad attribuire all’ex dirigente Amga Sergio Ferretti la paternità del documento.