CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Il finto "criminale" Aleks ora è un cittadino modello

Fermato continuamente dalla polizia perché scambiato per un pregiudicato l’albanese che ha messo radici a Legnano ha finalmente ottenuto la cittadinanza

di Christian Sormani

Da ricercato per una omonimia, a cittadino italiano. Un romanzo la vita di Aleks Vulaj, da 25 anni in Italia che ieri è diventato italiano a tutti gli effetti dopo una festosa cerimonia a Legnano, sua città di residenza che lo ha accolto a braccia aperte. L’albanese è stato vittima di un incredibile caso di omonimia nel 2016, anno in cui fu scambiato per un rapinatore. "Non è stato facile dimostrare il contrario, specie davanti a carabinieri e polizia. È la fine di un incubo e mi tolgo dalle spalle un peso che è durato anche troppo" ha spiegato l’uomo. Questo equivoco, tutto burocratico, gli ha causato non pochi problemi compreso quello di fermare con le quattro frecce l’iter per ottenere la cittadinanza. Qualche mese fa la sorpresa: è arrivata la lettera con la data della cerimonia e da ieri pomeriggio Aleks è diventato a tutti gli effetti cittadino italiano. "Anche se è stata una giornata di pioggia dietro le nuvole si nasconde sempre il sole. Io sono felicissimo per il mio percorso e per come questa vicenda di cui sono stato protagonista senza volerlo si è risolta. felice anche per come sono stato sempre accolto in Italia".

A Legnano c’è una nutrita rappresentanza albanese tanto da rappresentare il 16,7% di tutti gli stranieri presenti sul territorio cittadino. Aleks scherza: "Adesso questi numeri diminuiscono visto che io sono diventato italiano a tutti gli effetti. A livello demografico calano. Comunque Legnano è la mia città: venivo da Rescaldina e nella città del Carroccio ho girato ben quattro parrocchie e adesso sono a San Magno in centro. Ho sempre avuto a che fare con persone accoglienti, siano amicizie che semplici conoscenze. Festeggio con tutti loro al Mare Blu di Legnano, siano italiano che albanesi, ormai non vedo più differenza. Per lui mille lavori una volta giunto in Italia, con lo sbarco in Sicilia: operaio edile, panettiere e tanti altri ancora fino a quello attuale, ovvero tempratore di metalli. Aleks ha vissuto in Inghilterra, per tornare prima in Albania e poi a Rescaldina dove risiedeva il fratello. Per lui anche un impegno costante nel sociale, nelle diverse associazioni che si occupano di integrazione: "Mi sono impegnano perchè anche una piccola goccia nell’oceano può fare la differenza".

La guerra in Ucraina lo ha colpito molto: "I profughi che arrivano sembrano quelli che arrivavano da noi dal Kosovo. Sono storie che si somigliano moltissimo. Spero che finirà tutto presto. Io ho partecipato alla marcia della pace da Perugia ad Assini. Mi fido di Dio e del nostro Papa. Non vedo via di uscita che non sia la pace". Adesso per Aleks, due figli piccoli ed una moglie, il futuro da italiano sorride nel segno della perfetta integrazione, a cominciare dal passaporto.