Legnano (Milano) – Domani, ultimo giorno di lavoro in ospedale. Dopo una vita trascorsa tra sala operatoria, reparto e ambulatori, a riparare giorno e notte infarti e aneurismi, martedì primo giorno di lavoro nel nuovo ruolo: medico di medicina generale. Un cambio rivoluzionario, quello del dottor Luigi Vittonati, 60 anni, legnanese: da apprezzato cardiochirurgo (nell’équipe diretta dal dottor Germano Di Credico) a medico di famiglia. Un’uscita anticipata dall’ospedale, forse per disamore verso una sanità in difficoltà, tra liste d’attesa e fuga di professionisti? "No, al contrario, la mia è una scelta motivata – dice Vittonati –. Non lascio per disamore o sfiducia. Ho deciso di esplorare un’altra frontiera. Ho scelto un campo diverso, più orientato alla prevenzione, alla costruzione di un rapporto nuovo con il malato. L’esperienza maturata sarà utile per orientare i miei futuri pazienti. Nel 2000 abbiamo costruito la Cardiochirurgia legnanese, ora l’auspicio è tradurre la mia competenza anche nelle cure primarie, per questo ho scelto di percorrere una strada differente".
Vittonati riceverà in uno studio di medici di famiglia associati, formato da Lorella Cazzaniga, Franco Colombo e Rosella Rosaria Farcica. "Il nostro è un Centro di medicina avanzata – spiega Farcica –. Offriamo un servizio ai nostri assistiti dalle 8 alle 19, da lunedì a venerdì, e in futuro abbiamo intenzione di ampliarlo anche il sabato mattina". Uno studio che cresce: non solo con l’ingresso del cardiochirurgo, ma anche di una segretaria, Miriam Sponga, e a breve di un’infermiera. Cazzaniga sottolinea come la presenza del collega "ci consentirà di lavorare al meglio: i nostri assistiti troveranno sempre due medici in giornata, così da rispondere ai bisogni". Anche Colombo riconosce che 4 è meglio di 3: "L’arrivo del dottor Vittonati è importante. Lo scopo dichiarato è realizzare un servizio di medicina territoriale, in un momento in cui la sanità è in salita: per alcune visite in ospedale si deve attendere il 2026. Noi potremo “smistare“ le prime necessità delle persone, ascoltando e curando. Questa zona depressa, orfana perfino di uno sportello bancomat, ha necessità di un presidio sanitario, a vantaggio di una comunità che potrà raggiungere i seimila assistiti. Ora aumentiamo le nostre potenzialità, grazie al collega".