I cinquant’anni del Parco: "La lotta ai cavatori di ghiaia fu la prima battaglia vinta"

Ambrogio Colombo era sindaco di Magenta quando fu istituito l’ente del Ticino. Il ricordo dello storico presidente: trovammo anche un accordo su Malpensa.

I cinquant’anni del Parco: "La lotta ai cavatori di ghiaia fu la prima battaglia vinta"

I cinquant’anni del Parco: "La lotta ai cavatori di ghiaia fu la prima battaglia vinta"

Con la legge regionale 2 del 9 gennaio 1974 nasceva ufficialmente il Parco del Ticino, primo parco regionale lombardo. Ieri mattina il cinquantesimo compleanno è stato festeggiato nella sede di Villa Castiglioni alla presenza dell’attuale direttivo, di numerosi sindaci e di una rappresentanza di dipendenti. A fare gli onori di casa la presidente Cristina Chiappa e il direttore Claudio De Paola. Ospiti l’assessore regionale Gianluca Comazzi e il già senatore Ambrogio Colombo. Colombo, che era sindaco di Magenta quando venne costituito il Parco, ne è stato per anni anche vicepresidente, prima, e presidente, poi. "Il Parco del Ticino – ha detto Colombo – è stato espressione di una volontà popolare. Migliaia di persone firmarono per la sua istituzione, anche non solo tra i residenti nei Comuni della zona. Allora si lavorava per capire come organizzarlo e mi ricordo di una telefonata, una sera d’estate, dell’allora presidente della giunta regionale Piero Bassetti, che suggerì la costituzione di un consorzio fra Comuni".

Colombo ha ricordato i problemi più impellenti nei primi anni di vita del Parco. "Allora si cavava la ghiaia nell’alveo del fiume. Impedire questa attività che aveva effetti negativi sull’ambiente è stato il primo importante provvedimento. Poi si affrontarono i temi della caccia, delle attività di cava extra alveo, dell’espansione urbanistica per impedire a chi aveva un pezzo di terreno nei boschi di farci una villa. Ci fu il problema Malpensa, che avrebbe dovuto occupare 240mila persone. Allora trovammo un accordo per consentirne lo sviluppo senza ferire gravemente il territorio del Parco" ha aggiunto Colombo. Un tema, questo del rapporto con lo scalo varesino, che è ancora di grande attualità, cinquant’anni dopo l’istituzione del Parco. E ancora oggi la domanda che ci si pone è quale ruolo deve avere il Parco nei confronti delle grandi opere che attentano alla sua integrità. Per l’assessore Comazzi il rispetto dell’ambiente non deve condizionare i processi di sviluppo economico del territorio. Per altri invece, come ha ribadito Claudio Spreafico di Legambiente, lo sviluppo non deve per forza essere penalizzante per le aree pregiate del Parco, come si sta prospettando per la zona della brughiera attorno allo scalo aeroportuale, minacciata dal progetto Sea di ulteriore cementificazione di 44 ettari di bosco.