CHIARA MILIANI
Cronaca

Parabiago, senza lavoro ma con 5 figli da sfamare: "Aiutateci"

L'appello di una famiglia in grave difficoltà

Lisa Ferro, 46 anni

Parabiago (Milano), 23 dicembre 2018 - La sua storia non racconta un caso isolato. È una storia di difficoltà, tanti, troppi sacrifici, ostacoli, sofferenza, paura, ma anche fiducia e speranza. È la storia di Lisa Ferro che ci apre le porte della sua casa, a Parabiago, dove non manca un piccolo albero e delle ghirlande colorate: anche qui, tra poco, sarà Natale. Con lei ci sono quattro dei suoi cinque figli, per loro Lisa trova la forza di continuare a lottare per cambiare un destino che fin da piccola l’ha messa a dura prova. "Dopo due aborti, sono arrivata io. Mia madre, a causa dell’anemia mediterranea, non riusciva a portare a termine le gravidanze. Sono un miracolo".

Lisa ha un carattere forte. È nata a Chioggia 46 anni fa, ma a tre anni e mezzo si è trasferita a Caronno Pertusella: "Mio papà ha trovato lavoro come custode in un’azienda metalmeccanica. Ho trascorso un’infanzia tranquilla e i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla. Dopo la terza media ho frequentato l’accademia per parrucchieri a Milano e al sabato andavo a lavorare in un salone a Saronno. Mi piaceva molto, ma ho dovuto lasciare per problemi di circolazione alle gambe. Avevo 17 anni". Senza aver conseguito il diploma, ma con tanta voglia di rendersi indipendente, Lisa si affaccia nuovamente sul mercato del lavoro. "Dopo qualche tempo mi hanno assunto in un ristorante nel centro di Arese. Lì, tramite amici, ho conosciuto il mio primo marito. Ci siamo fidanzati, sono rimasta incinta e a 24 anni sono diventata mamma. Mi sono sposata e ho messo su casa, tutto molto in fretta". Un percorso come tanti. Un matrimonio, una casa e un figlio. Tutto andava per il meglio.

"Il mio ex marito lavorava in un’azienda che produceva materiale plastico. Inoltre, serviva nei catering. Potevamo contare su due entrate, per questo ci siamo trasferiti in una casa più grande a Parabiago. Passa qualche mese e mio marito riceve un’offerta di lavoro a Padova. Ci trasferiamo nonostante io non fossi del tutto favorevole. Le cose sono iniziate ad incrinarsi soprattutto perché mio figlio iniziava a manifestare alcuni problemi, non parlava e questo, in particolare, ci allarmava. Il lavoro si rivelò un buco nell’acqua e tornammo a Parabiago. Una volta a casa, portammo subito il bambino in ospedale, dove gli è stato diagnosticato un ritardo mentale". Oggi Nicholas ha 24 anni e frequenta una struttura a Parabiago seguita da don Giuseppe. "Ha fatto buoni progressi e sono molto contenta del ragazzo che è diventato. Mi aiuta in casa e con i fratelli più piccoli. Così come il mio secondogenito. Ha 16 anni e frequenta una scuola di grafica. Vive con i miei genitori e ci viene a trovare nel weekend. Mi aiutano e non mi chiedono niente perché sanno quale difficoltà ho". Torniamo a Lisa e alla sua vita dopo il ritorno a Parabiago. "I primi tempi sono stati difficili. Da un lato il problema del mio bimbo, dall’altro il lavoro che non c’era. Per aiutarci, mio padre decise di anticipare la pensione e dopo un colloquio il mio ex prese il suo posto di lavoro. Ne fui davvero sollevata, poco dopo rimasi incinta, tutto sembrava andare per il meglio. Fino a che non scoprii che mio marito mi tradiva. C’è di più: era violento. La situazione si faceva giorno dopo giorno sempre più insostenibile tanto che nel 2005 chiesi la separazione consensuale".

Sola, con due figli, senza lavoro, per Lisa inizia un periodo buio. "Ho avuto un esaurimento nervoso, ma mi sono presto ripresa, dovevo farlo per i miei figli. Ho trovato lavoro in un’impresa di pulizia. Lavoravo sette giorni su sette, grazie a mamma e papà che mi curavano i bambini. Mi davo un gran da fare, ma non riuscivo a coprire tutte le spese ed è arrivato lo sfratto". Ancora una volta Lisa si trova a dover fare le valigie e a ricominciare tutto da capo. Fra alti e bassi, per Lisa arrivano ancora le difficoltà, che tutt’ora segnano la sua vita e quella dei suoi figli.

"Ho poi conosciuto il mio attuale compagno, che non aveva e non ha tuttora un lavoro stabile. Sono arrivati uno dopo l’altro altri tre figli. Senza lavoro e senza soldi inevitabilmente è arrivato un altro sfratto. Disperata, mi sono rivolta a don Giuseppe che ha trovato la casa dove abito ora. Senza un lavoro, ho passato tanti momenti difficili, senza luce, gas e poco da mangiare. Non posso dimenticare il freddo, la fame. Ma non dimentico neanche la solidarietà della gente, che mi ha aiutato con vestiti, scarpe per i bambini". Un lavoro. è questa, ora, la richiesta, tanto semplice quanto disperata di Lisa, per sé ma soprattutto per il suo compagno, che saltuariamente lavora come meccanico. Un impiego che possa restituire dignità ad una famiglia dove vive anche un bimbo autistico di cinque anni.