Corbetta, scassinata la portiera dell’auto di Lia Vismara

La perizia rinforza l’ipotesi che le dosi di droga trovate all’interno del veicolo siano state messe da qualcuno per incastrare la comandante della polizia locale

La comandante Vismara, tuttora operativa

La comandante Vismara, tuttora operativa

Corbetta (Milano), 19 febbraio 2020 - Spuntano nuovi elementi sul caso della comandante della polizia locale di Corbetta Lia Gaia Vismara, fermata dai carabinieri il 4 gennaio scorso nei dintorni di Baranzate e denunciata per detenzione di droga ai fini di spaccio. La novità infatti è che la comandante ha commissionato tramite il proprio legale una perizia alla sua vettura, una Daihatsu, quella su cui si trovava quando è stata fermata dai carabinieri al termine di una serata con alcuni amici. L’automobile, afferma il perito di parte, risulterebbe forzata: i segni presenti sulla vettura sarebbero compatibili con un tentativo forse riuscito di scasso. Questo fatto, se confermato, potrebbe essere una pedina importante per la difesa della comandante, che ha sempre sostenuto la totale innocenza di Vismara, decidendo di contrastare non solo l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio ma anche l’ipotesi di detenzione di droghe per uso personale.

Nel frattempo, e questa è un’altra novità, è stato disposto il dissequestro del telefono cellulare della comandante, sequestrato appunto per motivi di indagine proprio la notte del fermo, quando Vismara è stata trovata in possesso di alcuni grammi di cocaina nascosti sotto il tappetino del sedile anteriore della sua macchina. Questo da un lato del fronte giudiziario; dall’altro, invece, prosegue l’azione di denuncia della comandante per falso ideologico rivolta a tre carabinieri della caserma di Bollate, nello specifico due carabinieri e un maresciallo. Il falso contestato, secondo la difesa della comandante, starebbe nel verbale redatto quella notte, che nominerebbe, a loro dire, alcuni carabinieri non effettivamente presenti al momento del fermo all’uscita della palestra dell’oratorio di Baranzate.

Sono quattro i testimoni oculari estranei alla vicenda che hanno già deposto in proposito presso l’avvocato difensore della Vismara, confermando la versione della comandante, e riportando che i 3 carabinieri in questione non sono quelli che hanno fermato la comandante di Corbetta. Non solo: l’intervento dei carabinieri sarebbe partito da una telefonata anonima al 112 mentre sul verbale verrebbe indicata come causa del fermo un normale controllo di routine. Al momento non ci sono né sospetti né indagati e non esisto, oltre al falso, altre ipotesi di reato a carico di ignoti. Il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, colonnello Luca De Marchis, ha ribadito nei giorni scorsi che i militari sono "intervenuti a seguito di una segnalazione effettuata al 112, regolarmente registrata, abbiamo agito nel rispetto del nostro lavoro e in totale trasparenza e abbiamo richiesto i tabulati telefonici per identificare chi ha chiamato. Se qualcuno ha tramato un complotto, noi ne siamo assolutamente e totalmente estranei".