Cerro Maggiore, il giallo del cadavere bruciato: il test del Dna svelerà l’identità

Attesa sui risultati degli esami sul corpo carbonizzato: saranno confrontati con la banca dati degli scomparsi

Cerro Maggiore: i carabinieri in via Croce, sul luogo del macabro ritrovamento

Cerro Maggiore: i carabinieri in via Croce, sul luogo del macabro ritrovamento

Cerro Maggiore (Milano) -  Sarà il test del Dna a dare un nome al cadavere trovato bruciato all’interno della ex Brenta di Cerro? Si attendono i risultati degli esami effettuati sul corpo carbonizzato che dovrebbero poi essere confrontati con la banca dati delle forze dell’ordine per quanto riguarda gli scomparsi. Quello che colpisce gli inquirenti è il fatto che i killer, carbonizzando parte della faccia dell’uomo, abbiano voluto impedire in tutti i modi l’identificazione del corpo che rimane quindi senza nome. L’autopsia eseguita a Pavia nei giorni scorsi ha fatto emergere che la morte dell’uomo, con tutta probabilità di origine caucasica, non sarebbe avvenuta sul posto ma altrove con alcuni colpi alla testa. Poi il corpo sarebbe stato sistemato all’interno di un sacco per essere poi bruciato nel capannone industriale abbandonato a metà della scorsa settimana. Ma potrebbe anche essere stato prima picchiato, poi soffocato conun sacchetto di plastica sul volto.

Addosso all’uomo sono state trovate, aderente alle pelle carbonizzata, tracce di plastica, probabilmente il sacco utilizzato per chiudere il corpo poi dato alle fiamme. Si indaga adesso sulla criminalità organizzata di zona, con un occhio rivolto a quella dell’est vista la crudeltà utilizzata. L’idea non era infatti quella di far sparire il corpo, quanto di cancellarne l’identità. In caso contrario non sarebbe stato portato in quel capannone, con evidente difficoltà logistica, ma si sarebbero potuti utilizzare altri mezzi per cancellarne le tracce e farne sparire il cadavere. In questo caso tutto sembra invece un monito verso una organizzazione criminale rivale oppure verso chi non si è sottoposto alle regole del clan criminale che ha organizzato l’omicidio in questione. Rimangono al vaglio degli inquirenti anche le foto raccolte da alcuni residenti che avrebbero inquadrato l’attimo esatto in cui il corpo dell’uomo è stato dato alle fiamme, prese però a centinaia di metri di distanza. Probabile che per portare il corpo si sia utilizzata una automobile e sono anche al vaglio le immagini delle telecamere di zona.