Cerro Maggiore, sgomberata la casbah: "Adesso possiamo voltare pagina"

L’edificio di via Dante al centro di un blitz delle forze dell’ordine. Allontanate le persone che si trovavano all’interno, l’area è stata messa in sicurezza e resa inaccessibile

Le operazioni di sgombero

Le operazioni di sgombero

Cerro Maggiore - Prima lo sgombero poi le opere di messa in sicurezza. Quella di ieri è stata senza dubbio una giornata di svolta per la "casbah" di Cerro Maggiore col Comune che dopo anni di proteste è riuscito finalmente a chiudere il caseggiato fatiscente di via Dante, sul confine con San Vittore Olona. Una operazione iniziata alle 7 del mattino e terminata con la chiusura degli ingressi con tanto di lastre in cemento per impedire che la struttura venga nuovamente occupata. La strada è stata interrotta durante le operazioni di sgombero che hanno riguardato sette persone, le ultime rimaste all’interno del caseggiato dopo che le altre unità familiari avevano lasciato il palazzo ormai da settimane da comune accordo con l’amministrazione comunale. Presenti sul posto in gran numero le forze dell’ordine ad iniziare da una cinquantina di carabinieri in tenuta anti sommossa, poi vigili del fuoco ed agenti di polizia locale. Presenti anche il sindaco Nuccia Berra e l’assessore Alessandro Provini.

L'ultima operazione

Il Comune aveva da settimane cercato di dare esecuzione all’ordinanza adottata dal sindaco che aveva dichiarato inagibile alcune zone dalla struttura che ha definito pericolante. Bisognava adesso allontanare anche gli ultimi inquilini rimasti nell’edificio, tutti extracomunitari di origine nord africana. Altre 13 famiglie definite fragili per la presenza di minori o di anziani, avevano già lasciato lo stabile dopo avere accettato le soluzioni abitative alternative dei servizi sociali del comune di Cerro. Visibilmente soddisfatta il sindaco Nuccia Berra che ha dichiarato: "Abbiamo raggiunto il mio obiettivo e quello della mia giunta. Volevamo riuscire a fare uscire i residenti incolumi dallo stabile di via Dante che versa da anni in condizioni disastrose, sia dal punto strutturale che igienico e sanitario. Sono soddisfatta e adesso finalmente serena per come è stata portata questa operazione. Il nostro lavoro è stato lungo e meticoloso, abbiamo dato un alloggio a canone concordato a 14 nuclei familiari con figli, anziani e disabili, già nelle nuove abitazioni assegnate tramite una griglia stilata dai servizi sociali. L’edificio adesso sarà chiuso e saranno murati tutti gli accessi al primo piano e gli ingressi su via Dante.

Le verifiche nello stabile

Durante lo sgombero sono stati controllati tutti i garage presenti al piano terra per evitare che vi fosse la presenza di bombole del gas o materiale infiammabile e pericoloso. Proprio i box sono stati per anni sede di scambi di merce di ogni genere, spesso frutto di traffici illeciti, anche di batterie per auto esauste i cui metalli venivano riutilizzati e rivenduti al mercato nero. Una zona questa troppo spesso ritenuta off limits, dove i semplici controlli erano spesso ostacolati. Una volta dentro sono rimasti in bella evidenza i fili elettrici tirati ovunque sopra i muri, le perdite di acqua piovana dalle grondaie e dai tetti bucati, ma anche la sporcizia praticamente ovunque. Adesso si volta pagina.