
di Paolo Girotti
Ben 247 richieste di aiuto da inizio anno a fine ottobre, di cui 190 si sono trasformate in prese in carico vere e proprie: passa da questi numeri preoccupanti l’attività di contrasto alla violenza sulle donne, svolta dal centro antiviolenza Filo Rosa Auser di Legnano e Castano Primo e dal Cav Telefono Donna nell’area di Magenta e Abbiategrasso.
A fare il punto, in occasione della presentazione delle iniziative per la Giornata contro la violenza sulle donne, sono state Antonella Manfrin, coordinatrice dei Cav di Legnano e Castano,l’assessore Ilaria Maffei, Ernesta Ricotta, vicepresidente della commissione Pari opportunità, e Costanza Bargellini, che per la Fondazione Somaschi coordina il lavoro nella casa di accoglienza di secondo livello di Legnano.
Il Cav Filo Rosa Auser è stato contattato da 146 donne e per 71 si è passati ad accoglienza e presa in carico al Cav di Legnano, in 25 casi attraverso lo sportello Antenna di Castano Primo.
Il Cav Telefono Donna a Magenta e Abbiategrasso, invece, è stato contattato da 101 donne, 94 prese in carico. La principale fonte della segnalazione è la donna, poi i servizi sociali, il pronto soccorso, le forze dell’ordine e, in minima parte (5 segnalazioni) il 1522, il numero di telefono di riferimento diretto.
La maggioranza delle donne sono italiane (63%). L’età è prevalentemente compresa tra 41-60 anni (42%), e 31-40 anni (25%); per lo più è coniugata (40%), nubile (31%), divorziata (21%), separata (9%) e convivente (8%).
Nel 71% dei casi nel nucleo familiare ci sono figli (nel 47% ancora minorenni). Il livello di istruzione è oltre le superiori; quando la donna risulta avere un’occupazione (il 58% dei casi) il più delle volte lo stipendio effettivo non permette di avere l’autonomia economica necessaria.
Quanto all’autore delle violenze: protagonista è il marito (37%), il convivente (13%) e l’ex convivente (13%). I maltrattamenti più frequenti sono psicologici (54%), fisici (41%), economici (11%). Si arriva alla denuncia appena ci si rivolge alla rete? Nel 64% dei casi no, ma è il dato rilevato all’inizio.