SILVIA VIGNATI
Cronaca

Carenza di infermieri: si assegnano 30 posti (88 iscritti al concorso): "Ne servirebbero cento"

L’Asst Ovest Milanese ha chiuso il bando. Il sindacato Nursind: un brodino

Donato Cosi segretario lombardo del Nursind I rappresentanti del sindacato ritengono che i “rinforzi” saranno quasi impercettibili: alla fine 15 assunzioni distribuite su 4 ospedali

Donato Cosi segretario lombardo del Nursind. I rappresentanti del sindacato ritengono che i “rinforzi” saranno quasi impercettibili: alla fine 15 assunzioni distribuite su 4 ospedali

Legnano (Milano) – Il bando è scaduto il 4 agosto. Asst Ovest Milanese cerca 30 infermieri, così suddivisi: 15 da assegnare ad attività di infermiere di famiglia e comunità e 15 da assegnare alle degenze ospedaliere aziendali. Nursind è il principale sindacato infermieristico in Italia. Una sigla politicamente non schierata. Ragioniamo con un rappresentante d’area. "Si sono iscritti al concorso pubblico 88 infermieri, dei quali 25 già lavorano all’interno dei quattro ospedali con un contratto a tempo determinato – ci dice –. Verosimilmente, ci attendiamo che questi ultimi saranno stabilizzati. Nella migliore delle ipotesi, se vinceranno il concorso, questa forza lavoro già attiva avrà un posto a tempo indeterminato. Dunque i "nuovi" infermieri sarebbero poco più di una sessantina. È noto che, al momento delle prove concorsuali, un 20-30% degli iscritti non si presenta. Questo perché gli infermieri si iscrivono a più concorsi contemporaneamente, e solo in un secondo momento scelgono (sulla scorta dei loro turni di lavoro, o vicinanza a casa) a quale presentarsi".

Il numero dei nuovi ingressi si ridurrebbe ulteriormente?

"Esatto. Tenga conto che un tempo i concorsi per infermieri per tenevano nei palazzetti dello sport, stante i numeri, oggi non è più così. Nel caso dell’Asst Ovest Milanese, servirebbero più di 100 infermieri, per coprire le carenze e i pensionamenti che avremo da qui alla fine dell’anno".

Quali sono le preoccupazioni del sindacato?

"Riuscire ad arruolare un numero sufficiente di infermieri. Sui quattro presidi di Legnano, Cuggiono, Magenta e Abbiategrasso vi lavorano complessivamente 1700 professionisti. Nel 2024/2025/2026 almeno il 15% di loro andrà in pensione. Facciamo la più rosea dell’ipotesi: troviamo i 30 infermieri, i primi che verranno utilizzati saranno i 15 di famiglia e territorio, necessari per le Case e gli Ospedali di comunità, progetti finanziati con fondi Pnrr. Gli altri 15 li dividiamo su 4 ospedali. Troppo pochi. E poi consideriamo che già oggi tanti vanno a lavorare in Svizzera, che non è vicina ma neppure lontana. Inoltre c’è il privato accreditato, anche se non è tutto oro quel che luccica. Invece sta prendendo piede un altro modo di lavorare: l’infermiere in libera professione: 40 euro lorde all’ora per 30 ore settimanali fanno 4.800 euro al mese, e se togliamo le tasse rimane uno stipendio netto di 2.400 euro. Concorrenziale rispetto alle cifre del pubblico, dove un infermiere neo assunto arriva prendere 1500-1600 euro, a secondo della turnistica. Dunque non più solo medici a gettone, di cui si è detto molto, ma anche infermieri a partita iva. Che decidono come e dove lavorare".