SIMONA CARNAGHI e GABRIELE MORONI
Cronaca

Attentato Barcellona, nessun risarcimento dallo Stato ai familiari di Bruno Gulotta

Il 35enne legnanese è morto dopo aver salvato la moglie e i figli sulla Rambla

Bruno Gulotta con la compagna Martina Sacchi (Studio Sally)

Legnano, 8 agosto 2018 -  Un anno fa moriva Bruno Gulotta: «Dopo 12 mesi da quella tragedia i familiari non hanno ancora ricevuto un euro di risarcimento dallo Stato italiano». Marco Tajana, vicepresidente della fondazione dedicata alla sua memoria, ripercorre l’anno più lungo della città di Legnano. Gulotta, ingegnere di 35 anni, è morto il 17 agosto 2017 sulla Rambla di Barcellona, vittima della follia dei terroristi. Uno dei furgoni usati durante l’attacco lo ha travolto sotto gli occhi della moglie Martina e dei due figli. La famiglia era in vacanza: Gulotta aveva lasciato Legnano da pochi giorni per godersi un po’ di meritato riposo, salutando i colleghi della rivista di informatica “Tom’s Hardware”, dove lavorava come responsabile marketing. La tragedia piegò Legnano e l’Italia intera. In molti, tra questi i colleghi e alcuni concittadini, focalizzarono l’attenzione sull’urgenza più concreta: sostenere la famiglia di Bruno. Il modo migliore per onorarne la memoria. 

Da qui è nata la Fondazione Gulotta: «Abbiamo raccolto più di 200mila euro in questi 12 mesi – spiega Tajana –, con donazioni arrivate da diverse parti del mondo. Denaro che è servito, e continuerà a servire, a sostenere la famiglia di Bruno. La fondazione è tuttora attiva e stiamo continuando a raccogliere fondi. Andremo avanti – aggiunge il vice presidente –, almeno sino a quando i due figli di Bruno non saranno più grandi». Il solo obbiettivo «è quello di garantire loro il miglior futuro possibile. Garantire loro una buona istruzione e tutto ciò di cui hanno bisogno. Nella memoria del padre, come avrebbe voluto fare il padre se non fosse rimasto vittima di un attentato atroce». «Abbiamo anche messo a loro disposizione un avvocato che ha fornito alla compagna e ai figli tutta l’assistenza legale necessaria a garantire quanto spettava loro di diritto». E qui le cose si sono arenate: «È stata presentata tutta la documentazione affinché Martina e i figli fossero risarciti così come previsto dalla legge – dice Tajana –. È innegabile che Bruno sia stato vittima di un attacco terroristico. È innegabile che i familiari abbiano diritto al risarcimento. L’iter è stato completato e posso documentare ogni mia affermazione: da un anno a questa parte, nonostante tutto, la famiglia di Bruno non ha ricevuto un euro. Funerali solenni, grande pathos subito dopo il fatto, poi lo Stato ha dimenticato queste persone». Alle parole di Tajana seguono quelle dei colleghi: «Per mesi la postazione di Bruno è rimasta come lui l’aveva lasciata. Senza che nessuno la occupasse». 

Ricorda Andrea Ferrario, direttore generale della Tom’s Hardware e caporedattore della testata. «Poi, bisogna guardare un pochino oltre. Fra virgolette e con fatica, tanta fatica. Ma il ricordo di Bruno continua ad essere ben vivo, sia dal punto di vista personale sia da quello professionale. Cerchiano di indirizzare tutto questo nella onlus intitolata al suo nome e nelle attività che ruotano attorno. Bruno è rimasto nella mente e nel cuore di quanti l’hanno conosciuto. Quest’anno siamo stati a Barcellona, come sempre a inizio anno, per il ‘Mobile World Congress’, una grande esposizione di smartphone, telefonini. Siamo stati sulle Ramblas con alcuni colleghi: ecco, abbiamo pensato, è successo qui. Qui è morto Bruno. Era passato meno di un anno e ci pareva un’eternità. Un’eternità senza avere più Bruno fra noi».