Alto Milanese, il settembre caldo di Auchan, GranCasa e Mercatone Uno

A ottobre passeranno di mano da Auchan a Conad 110 punti vendita. C'è invece preoccupazione per le situazioni delle altre due grandi aziende

Uno sciopero dei lavoratori Auchan

Uno sciopero dei lavoratori Auchan

Rescaldina (Milano), 6 settembre 2019 - Finite le vacanze si torna a parlare con insistenza della questione legata al passaggio dei supermercati Auchan e Sma a Conad. Quest’oggi a Roma ci sarà una riunione del coordinamento nazionale della Filcams Cgil che dovrà valutare gli sviluppi della vicenza dopo gli incontri di questi giorni tra le organizzazioni sindacali e l’azienda, promossi per avviare il complesso passaggio dei punti vendita dalla multinazionale francese al consorzio italiano. Mentre si attende ancora che l’Antitrust si pronunci sull’intera questione, ai sindacati è stato annunciato che 110 negozi a insegne Auchan-Sma, con 5.700 addetti, saranno presi in carico dalle cooperative Conad tra inizio ottobre e fine febbraio del prossimo anno (su un totale di 269 punti vendita). Nel solo mese di ottobre è prevista la presa in carico di circa 40 punti vendita (quelli profittevoli) nelle regioni del centro e nord Italia per un totale di circa 1.400 dipendenti. Nulla è stato ancora annunciato in merito a quali centri vendita verranno interessati per primo al cambio di insegna e al passaggio dei dipendenti. Forse qualcosa in più si saprà nell’incontro tra le parti a livello nazionale previsto per l’11 settembre. In questa fase è stato anche ipotizzato un piano di incentivazione all’esodo per la riduzione del personale di tutti i centri a marchio Conad e Auchan-Sma da attuarsi entro la fine del prossimo anno. Anche perché è innegabile che non tutti i centri commerciali della multinazionale francese diverranno a marchio Conad. Quelli che hanno un bilancio con un forte segno negativo sono i meno ambiti e potranno anche non essere inseriti nella procedura di cessione. Oltre all’esodo sono previsti percorsi di riqualificazione del personale, anche questo in chiave di clausola sociale ed integrata che possono riguardare i lavoratori di Achan ma anche quelli di Conad.

Non sono a rischio le gallerie commerciali, perché di proprietà di una società differente. Nel caso del Porte dei Laghi a Rescaldina è la Ceetrus, che ha anche di recente confermato la volontà di estendersi su altri 25mila metri quadrati di superfice. Tutto tace sugli altri fronti aperti. «Ai lavoratori di Gran Casa, dopo le prime avvisaglie di luglio, non sono più giunte lettere di licenziamento» fa sapere Milena Padovani della Filcams Cgil Ticino Olona. Per quanto riguarda invece Mercatone Uno i lavoratori continuano a prendere compensi da fame. Shernon Holding, il precedente gestiore, nell’agosto dello scorso anno aveva sottoposto un accordo per la salvaguardia dei posti di lavoro che fra l’altro trasformò quasi tutti i contratti da full tinte a part time. La cassa integrazione è stata calcolata sui nuovi contratti e per questo motivo le retribuzioni sono molto basse.  Entro il 31 ottobre devono arrivare al Mise le offerte di acquisto del gruppo. E il 31 dicembre è prevista la fine della cassa integrazione. Saranno tre mesi fondamentali per conoscere il destino di questa realtà.