Arluno (Milano), 22 agosto 2024 – Ad Arluno non ci sono zone “calde” dove lo spaccio ha messo radici come succede nelle zone boschive del Varesotto e dell’Alto Milanese, “ma è chiaro che ci sono problemi di spaccio qui come ovunque”. A dirlo è il sindaco della cittadina del Magentino, Alfio Colombo, all’indomani della sparatoria di martedì sera in via Adua, dove un maghrebino di 37 anni è stato aggiunto da un proiettile a una gamba da qualcuno a bordo di una macchina che si è avvicinato mentre stava camminando, come ha lui stesso raccontato ai carabinieri. Soccorso e portato in ospedale a Magenta, è stato sentito dai militari dell’Arma che hanno inquadrato l’episodio come uno degli ormai numerosi regolamenti di conti fra bande di spacciatori.
“Non mi risulta che nella nostra città ci siano aree sotto il dominio di bande di pusher – sottolinea Colombo, che in questi giorni sta trascorrendo un periodo di ferie – poi è chiaro che avere il controllo di ogni angolo di un territorio che ha anche zone di campagna risulta difficile”. Quando si parla di “zone di campagna” ad Arluno si pensa subito alla Poglianasca. In realtà, la sparatoria – la prima, per così dire, nella storia arlunese – che ha avuto per vittima il maghrebino è avvenuta in via Adua. Strada periferica a ridosso dell’autostrada Milano-Torino. “Il problema dello spaccio, un po’ come quello della prostituzione, è purtroppo alimentato dalla domanda, dal fatto che ci sia una “clientela” che richiede e consuma stupefacenti”, aggiunge Colombo.
Una scia di sangue dall’Alto Milanese al Varesotto
Certo è che il regolamento di conti fra clan di pusher che c’è appena stato ad Arluno è solo l’ultimo in ordine di tempo nell’Alto e nell’Ovest Milanese e nella vicina provincia di Varese. A marzo di quest’anno, a Caravate, un agguato del tutto simile a quello di Arluno lascia a terra un marocchino di 36 anni. Pure lui ferito a una gamba a colpi di proiettile. Lo scorso 6 luglio nei boschi dello spaccio di Castiglione Olona uno spacciatore marocchino 36enne viene accoltellato. In questo caso la vicenda avrà un clamoroso sviluppo con l’arresto di tre carabinieri delle stazioni di Cuvio e Malnate ritenuti responsabili del ferimento dell’uomo. Il bosco del Rugareto – fra Legnano, Rescaldina e Busto Arsizio – è un altro ventre molle del territorio. Nel maggio del 2023 un 23enne di origini marocchine è bersagliato di spari e ferito a coltellate nell’area verde fra Rescaldina e Uboldo. Mentre all'inizio di aprile di quest’anno un fatto di sangue ha come scenario il parco Pineta di Tradate: un gruppo di spacciatori spara in pancia a una prostituta nigeriana “colpevole” di prostituirsi in una zona di spaccio, e quindi di intralciare il business. Poco prima della sparatoria, la donna aveva avuto una discussione animata con due italiani, che facevano da sentinelle per un gruppo di pusher maghrebini. La donna viene raggiunta dai proiettili all'addome mentre sta salendo sull’auto di un cliente. Verrà ricoverata d’urgenza all’ospedale di Tradate e sottoposta a un lungo e delicato intervento per salvarle la vita.