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Abbiategrasso, esecuzione di zio e nipote albanesi: l'assassino condannato all'ergastolo

Nessuna attenuante per Mattia Archinito, vent’anni e reo confesso di Matteo Miglietta

Omicidio ad Abbiategrasso (Studiosally)

Abbiategrasso (Milano), 9 luglio 2014 - Il pubblico ministero aveva chiesto per lui ventidue anni di carcere, ma il giudice è andato ben oltre e lo ha condannato all’ergastolo. A Mattia Archinito non è bastato essere incensurato, aver confessato il delitto, aver compiuto quei terribili omicidi quando aveva appena diciotto anni e aver scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Le accuse nei suoi confronti erano troppo gravi: duplice omicidio premeditato aggravato dai futili motivi

Per questo il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Pavia Erminio Rizzi ha deciso di condannarlo alla pena più alta prevista dal nostro codice penale, disponendo per lui anche l’isolamento diurno per un anno e il pagamento di una provvisionale di settantamila euro alla famiglia delle vittime. 

La vicenda che ha portato alla sentenza di ieri riguarda l’omicidio di Alban Medha, ventisette anni, e di suo zio Ndue Bruka, cinquantun anni, freddati a colpi di fucile il sedici novembre di due anni fa lungo una strada di Abbiategrasso. I due albanesi erano appena usciti da una sala giochi e stavano percorrendo in bicicletta viale Mazzini quando, poco dopo la mezzanotte, qualcuno ha sparato loro prima con un fucile a pallettoni e poi li ha finiti con un colpo di pistola alla testa. Una vera e propria esecuzione che, secondo gli investigatori, sarebbe stata eseguita perché le due vittime stavano dando fastidio a chi gestiva lo spaccio di droga nel sud Milano

Un movente che lo stesso Archinito ha completamente smentito con la sua confessione. Il ragazzo, infatti, avrebbe deciso di uccidere zio e nipote per una sorta di vendetta d’onore, perché qualche giorno prima i due sarebbero andati a rubare nella casa dove viveva con la sua famiglia. Nel giugno dello scorso anno i carabinieri avevano arrestato Mattia Archinito e suo fratello Maurizio, tre anni più grande di lui, accusandoli di aver commesso i terribili omicidi. Solo il primo, però, ha confessato la sua colpevolezza e ha chiesto di essere giudicato davanti al gup. 

Il secondo, invece, si è sempre proclamato innocente e il processo a suo carico comincerà il 24 settembre davanti alla corte d’assise di Pavia. «Ci aspettiamo che in Corte d’appello questa sentenza venga stracciata — ha commentato infuriato l’avvocato difensore, Roberto Grittini—. È assurdo dare l’ergastolo in abbreviato a un ragazzo incensurato che ha sempre collaborato durante il processo».