Merate, 11 ottobre 2014 – Salvata in extremis dal barista che poco prima aveva aggredito e dal carabiniere che lo aveva denunciato. I quali per impedire che si lasciasse cadere nel vuoto degli ottanta metri del ponte di Paderno d’Adda hanno a loro volta rischiato seriamente di essere trascinati di sotto. I pompieri hanno impiegato quasi un’ora per assicurarli a imbracature di sicurezza e scongiurare la triplice tragedia. Gli eroi sono Angelo Ampolo, il titolare 43enne de «La terrazza» della centralissima via Terzaghi di Merate e il luogotenente Emanuele Peritore, comandante 52enne dell’aliquota Radiomobile della Compagnia cittadina dell’Arma.
Il primo ieri mattina è stato assalito mani al collo senza alcun motivo da un cliente, un energumeno brasiliano di 34 anni, che ha semidevastato il locale e ferito anche altri avventori per poi scappare. Il sottufficiale dell’Arma poco dopo è riuscito a rintracciarlo e calmarlo. Il sudamericano ha spiegato di aver perso le staffe per nulla perché ubriaco, ma anche depresso perché senza lavoro. Nonostante il deferimento a piedi libero tutto sembrava risolto, invece il carioca, una volta uscito dalla caserma ha raggiunto la chiesa parrocchiale della frazione di Novate, dove ha lasciato un biglietto di scuse e di addio, con il quale ha preannunciato il gesto estremo. Sono stati immediatamente allertati i sanitari del 118, i vigili del fuoco e gli operatori del 112. Il numero uno delle autoradio, che si trovava ancora insieme al barista malmenato, si è subito precipitato al San Michele, dove effettivamente il 34enne aveva già scavalcato la balaustra e stava per saltare stringendo in pugno una corona del rosario. Il militare e l’esercente hanno guadagnato tempo per impedirgli di compiere il triste proposito e, approfittando di un momento di distrazione, sono riusciti a bloccarlo, ma il corrimano del viadotto a cui erano avvinghiati non ha retto il peso dei tre ed ha ceduto di schianto. I due non hanno comunque mollato lo stesso la presa, rimanendo praticamente a penzoloni nel baratro sopra il fiume, sino a quando i pompieri non li hanno tratti tutti al sicuro, brasiliano compreso, adesso ricoverato all’ospedale San Leopoldo Mandic, come al Pronto soccorso del nosocomio brianzolo è dovuto tornarci per la seconda volta in poche ore l’esercente, la prima dopo essere stato malmenato, la seconda per le lesioni rimediate durante le concitate e pericolose fasi di salvataggio del suo aggressore.