
Il 3 agosto 2006. il futuro papa Robert Prevost in visita al rus Cassiciacum
Qualche foto, una dedica autografa, una firma, proprio come quella che ha tracciato sulla Bibbia di una piccola fedele subito dopo l’annuncio della sua elezione a pontefice le cui immagini hanno subito fatto il giro del mondo e i ricordi di chi c’era. Sono le testimonianze del passaggio, nell’estate del 2006, a Cassago Brianza del futuro papa Robert Prevost. Leone XIV, che all’epoca aveva 50 anni, era priore generale ordinario dell’Ordine di Sant’Agostino. A raccontare quella visita è Luigi Beretta, presidente dell’associazione Sant’Agostino: "In occasione dei 750 anni dalla fondazione dell’Ordine agostiniano, nel 2006 si è svolto il raduno mondiale delle fraternità agostiniane, con sede a Pavia. Il 3 agosto di quell’anno, oltre 400 giovani hanno raggiunto Cassago per visitare il rus Cassiciacum, il luogo dove Sant’Agostino si ritirò nella villa dell’amico Verecondo per prepararsi al battesimo. Tra loro c’era anche Robert Prevost".
Per gli Agostiniani, come lo è Leone XIV, Cassago è infatti un luogo importante: lì Agostino di Ippona, a cui si ispirano gli Agostiniani, ha soggiornato tra il 386 e 387 per per prepararsi al battesimo ospite nella villa dell’amico Verecondo. A Cassago, il rus Cassiciacum appunto, il dottore della Chiesa ha inoltre scritto i Dialoghi e i Soliloqui, testi fondamentali non solo della spiritualità e della teologia, ma anche della filosofia. A documentare il pellegrinaggio di Robert Prevost a Cassago ci sono alcuni scatti che lo mostrano con indosso una semplice camicia con il colletto da prete e il volto sorridente e mentre firma il libro degli ospiti.
"Una persona schiva e riservata e insieme affabile e alla mano", prosegue il presidente dell’associazione Sant’Agostino. Per lui e gli altri amici dell’associazione fondata nel 1967 per valorizzare e studiare il patrimonio culturale, artistico e archeologico legato a Sant’Agostino, l’elezione del cardinale americano a vescovo di Roma non è stata una sorpresa: "Ne avevamo parlato", spiegano. Ora propongono di dedicare una sala dell’oratorio al papa novello in memoria proprio del suo passaggio e della sua permanenza in paese, magari la stessa sala dove ha firmato il registro degli ospiti, diventato ora già un prezioso cimelio.