Ritorna alla ribalta il traforo del Mortirolo. Proposto anni fa dall’allora deputato tiranese Paolo Oberti, il progetto di un tunnel di collegamento tra la Valtellina e la Valcamonica sembrava essere stato accantonato a causa di una serie di problematiche. In questi giorni invece è stato rilanciato dal presidente del Fai Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggé che, in occasione della nuova cabina di regia a Palazzo Chigi, ha affermato senza giri di parole "Il traforo del Mortirolo sarebbe un’opera essenziale per collegare i territori delle Olimpiadi di Milano – Cortina 2026".
Un’opera da sempre ritenuta valida ma che in passato non era stata presa con la dovuta considerazione forse a causa degli alti costi. "Il traforo del Mortirolo sarebbe utile all’economia di due valli (Valtellina e Valcamonica), favorirebbe i collegamenti tra Livigno e Cortina per le Olimpiadi del 2026, dando anche una risposta alla salvaguardia ambientale con un più basso indice di inquinamento legato alla minore percorrenza (110 kilometri in meno) rispetto alla viabilità esistente (quella che vede i mezzi transitare o dall’Aprica o da Lecco e poi Bergamo ndr). L’opera eviterebbe il blocco della circolazione in caso di imprevisti e fenomeni franosi lungo la direttrice di collegamento fra Lombardia e Veneto e consentirebbe alla provincia di Sondrio di rimanere accessibile ai tantissimi visitatori provenienti da est e da sud per un evento sportivo di questa portata. Con gli 8 chilometri di galleria previsti dal progetto, inoltre, si favorirebbero condizioni turistiche permanenti per le località montane". Un balzo in avanti dal punto di vista turistico per tutto il comparto valtellinese. Ma la proposta, rilanciato da Uggé, potrebbe trovare risposte positive ed essere realmente sviluppata portando (finalmente) alla realizzazione del traforo del Mortirolo? Difficile ma non impossibile. "Ora occorre lavorare con intelligenza e creare le condizioni perché le Olimpiadi invernali abbiano il successo che tutta l’Italia si attende. Per far questo occorre, tra le infrastrutture da realizzare, favorire il collegamento tra la provincia di Sondrio e il bellunese, oltre che potenziare i collegamenti tra Milano e Sondrio". Il progetto c’è, è concreto ed è già in fase avanzata. In Valtellina, in molti, sperano sia la volta buona per avere un’alternativa valida alla SS 36. Fulvio D’Eri