L'Olgiasca brucia ancora, il priore dell'abbazia di Piona: ''Ci siamo spaventati''

L'incendio che imperversa da quattro giorni a Colico non è ancora spento

Un vigile del fuoco nel bosco in fiamme (foto dei Vigili del fuoco)

Un vigile del fuoco nel bosco in fiamme (foto dei Vigili del fuoco)

 

Colico (Lecco), 19 aprile 2022 – L'incendio brucia ancora a Colico. A distanza di quattro giorni e tre notti le fiamme divampate sabato a Olgiasca non sono state ancora spente. Hanno già divorato una quarantina di ettari di bosco e si sono pericolosamente avvicinate all'antica abbazia cistercense di Piona che risale al VII secolo, un tesoro di arte e fede di inestimabile valore. “Ci siamo preoccupati – spiega il priore padre Massimo Marianella, a capo della comunità di 12 monaci, alcuni dei quali anziani -. Abbiamo visto le fiamme arrivare da dietro la collina alle nostre spalle. Erano molto alte. Adesso la situazione ci sembra sotto controllo. La strada di accesso alla nostra abbazia per sicurezza resta chiusa. I vigili del fuoco e i volontari della Protezione civile hanno continuato a bagnare l'area attorno e hanno creato delle piste tagliafuoco”.

Nessuno dei religiosi è stato evacuato e le funzioni pasquali sono state tutte celebrare regolarmente, sebbene domenica a Pasqua sia saltata la corrente perché i soccorritori hanno dovuto disattivare per sicurezza le linee elettriche. “Abbiamo pregato illuminati dalla luce del sole e delle candele - prova a sdrammatizza il priore -. La nostra abbazia resiste da secolo a guerre, calamità naturali e al tempo che trascorre. Sarebbe un peccato se venisse distrutto da un incendio appiccato magari da qualcuno”. Il rogo sembra infatti sia stato innescato di proposito. Pare anzi che chi lo abbia accesso abbia successivamente appiccato nuovi innesti in modo che si propagasse ulteriormente e soprattutto per impedire venisse spento. Se effettivamente fosse così, il piromane è riuscito nel suo intento. Nonostante in mattinata i piloti di un Canadair decollato da Genova abbiano arginato le fiamme bombardandole con 6mila litri d'acqua ad ogni passaggio e per tutto il giorno siano proseguiti altri sganci con gli elicotteri antincendio, al momento l'emergenza non è cessata. Le raffiche di Breva hanno riattizzato la brace che covava sotto la cenere e si sono riattivati diversi focolai in più punti. Per questo restano direttamente a terra sul campo i vigili del fuoco di Lecco, Bellano, Valmadrera e Morbegno, i volontari dell'Antincendio boschivo della comunità montana e i carabinieri della Forestale. Per loro sta per cominciare la quarta notte di lavoro. La speranza è che cessi almeno il vento e magari che arrivi pure un poco di pioggia a dare una mano.