DANIELE DE SALVO
Cronaca

Nuovo ponte, vicino o lontano . Regione e comitati cittadini viaggiano su binari paralleli

Paderno, per Piazza è necessario realizzarlo accanto al San Michele. I residenti e i sindaci temono l’invasione del traffico e l’inquinamento.

Il vecchio ponte San Michele deve andare in pensione nel 2030 ma non c’è nessun accordo sul ponte sostitutivo

Il vecchio ponte San Michele deve andare in pensione nel 2030 ma non c’è nessun accordo sul ponte sostitutivo

Un nuovo ponte sia ferroviario sia stradale accanto all’attuale San Michele di Paderno d’Adda. Però mettendo prima mano alla viabilità, per limitare i disagi a quanti abitano nei paesi della zona, poiché un nuovo ponte lì comporterà l’aumento di traffico, soprattutto di mezzi pesanti, fino a quasi 5mila al giorno. È la posizione chiara del leghista lecchese Mauro Piazza, sottosegretario regionale all’Autonomia e con lui dei governanti della Lombardia. "La soluzione preferita è quella che prevede la costruzione di un ponte stradale e ferroviario parallelo all’attuale ponte San Michele, al fine di mantenere invariati gli attuali tracciati, sia stradale che ferroviario – spiega -. Questo approccio evita problematiche legate ai costi non sostenibili, ai disagi, al consumo di suolo e all’impatto paesaggistico". Sindaci e abitanti del posto però temono appunto un disastro e un collasso viabilistico e di essere assediati da traffico e inquinamento, oltre che espropri e abbattimenti di abitazioni, specie sul versante bergamasco. Per questo il sottosegretario lombardo annuncia uno "studio puntuale del traffico, sulla base dei cui risultati saranno determinate le opere necessarie per garantire il corretto funzionamento della viabilità circostante". Alcune sono già state individuate. Di più: "Se necessario, per un periodo transitorio, nelle more della realizzazione delle opere viabilistiche, si potrà valutare di mantenere le limitazioni al traffico analoghe a quelle in attualmente corso, per garantire un flusso veicolare simile a quello attuale". Che significa niente camion senza nuove strade extraurbane. Una volta realizzate le infrastrutture di servizio necessarie e condivise, il nuovo ponte potrà poi essere sfruttato a pieno regime veicolare. La priorità è infatti sempre quella di realizzare il nuovo ponte entro la "scadenza tecnica", cioè il 2030. Daniele De Salvo