ROBERTO CANALI
Cronaca

Avventura per tre, 15mila chilometri sulla 128

Lecco, gli studenti di meccanica dell’Enaip preparano il Mongol Rally, da Lecco all’Asia Centrale senza gps: "Cavatevela da soli"

LECCO Se la mascherina vi va stretta e la vostra vita ancor di più, se dopo mesi passati sul divano siete stufi delle serie in streaming e vi sentite pronti all’avventura potrebbe essere giunto per voi il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo e iscriversi al Mongol Rally. La corsa più pazza del mondo che parte a luglio da Praga e arriva a settembre a Ulàn-Udé, in Mongolia, rigorosamente a bordo di un’utilitaria che deve avere almeno dieci anni di vita, una cilindrata non superiore a 1.200 centimetri cubi o in alternativa una motocicletta non oltre i 125 cc. In sella o alla guida dovrete percorrere 10mila miglia, oltre 15mila chilometri, attraverso 15 Paesi dell’Europa Centrale e dell’Asia il tutto possibilmente senza Gps, diavolerie tecnologiche e senza prendere autostrade. "Puoi prendere qualsiasi macchina, purché sia una schifezza e con un motore da 1,2 litri o meno. Idealmente sotto 1 litro. Per le moto abbiamo generosamente consentito 125cc, ma preferiremmo che fosse uno scooter – si legge nel regolamento della gara –. Devi guidare una piccola macchina per rendere il rally più difficile. Con un’auto o una moto di piccole dimensioni, è più probabile che tu abbia un guasto, quindi è più probabile che tu interagisca con la gente del posto". Inutile dire che il viaggio è senza rete. "Se non è pericoloso e non ti sei perso, non sei in un’avventura", chiariscono gli organizzatori. Nonostante le premesse il Mongol Rally è già sold-out per il 2021 e alla linea di partenza, a metà luglio, ci saranno anche due equipaggi lecchesi: il team "Panda Power" a bordo di una Panda 4×4 di 21 anni e il team team "Becco to the Future" a bordo di una Fiat 128 di 50 anni. Sulle due auto stanno lavorando alla messa a punto gli studenti dei corsi di Meccanico e Carrozzeria, Elettricista e Impianti dell’Enaip di Lecco. "I ragazzi sono molto motivati e lavorano al restauro anche fuori dell’orario scolastico, per loro si tratta di una sfida – spiega il direttore, Giovanni Colombo – Per loro è una grande occasione di mettere a frutto quel che hanno imparato in questi anni". È anche un modo di fare volontariato perché ogni equipaggio che partecipa al Mongol Rally da statuto deve impegnarsi in un progetto umanitario. "Sono volontario dell’Associazione di Clownterapia Veronica Sacchi e mi presenterò alle persone che incontrerò in questo viaggio con il naso rosso da clown, la maschera più piccola che esiste", racconta Emanuele Panzeri del team Becco to the Future. Parteciperà al rally anche il professor Diego Crippa, coordinatore del settore meccanico della scuola e membro del team Panda Power. "Il messaggio più bello è che in questo difficile momento abbiamo aperto le porte di una scuola per parlare di viaggi, due cose che in questo ultimo anno non abbiamo potuto fare – conclude – Ci accompagneranno i sorrisi dei ragazzi della scuola professionale e dei bimbi che l’Associazione Veronica Sacchi che aiuteremo con la nostra raccolta fondi".