
AI PENNELLI Livio Cazzaniga: «Montevecchia l’Adda, le Grigne il Resegone la Brianza Dipingo il territorio che amo. Adesso sto lavorando all’icona di San Vito per la nostra parrocchiale»
Lecco, 22 luglio 2018 - «Montevecchia, l’Adda, le Grigne, il Resegone, la Brianza. Dipingo il territorio che amo. Adesso sto lavorando all’icona di San Vito per la nostra parrocchiale, nonché ad altre per la chiesa di Cremella, per la quale ho pronto una «Maria che trasborda», opera che Segantini aveva dipinto sul lago di Pusiano. Sull’altra sponda, a Bosisio, viveva Gianni Brera, mio grande amico». Per un impegno di lavoro così intenso servono energie e fiducia nel futuro. Pochi, forse, penseranno che a dire queste parole è invece un artista che oggi compie 93 anni. Si chiama Livio Cazzaniga ed infatti è nato il 22 luglio 1925. Vive a Torricella, frazione di Barzanò, e disegna ancora i mobili in stile per la fabbrica di arredamenti che aveva fondato col padre. «A condurla adesso è Gabriele, mio figlio, con Elena, che vive con noi, e i miei nipoti, Andrea ed Emanuele, ma se servono bozzetti per mobili che andranno ad arredare qualche antica villa, io mi metto ancora al tavolo da disegno», sottolinea il signor Livio.
E non è tutto. Nell’atrio del suo studio, quello di sempre, Cazzaniga ci mostra orgoglioso i suoi ultimi percorsi nell’informale. «Ho preparato una trentina di piccole opere, per le quali mi sono ispirato a Afro, Burri, Rotho, de Stael e Morandi – dice mostrandoci una tela con tutti i suoi maestri, quadro che ripercorre la sua vita di artista in ricerca–- per me il più grande è Afro. La critica dice altro, ma per me lui è insuperabile». Alle pareti ci sono tele di ogni genere. Nel salotto di casa conserva invece il ritratto a matita che, una sera a cena, Brera, giornalista sportivo, e molto altro, a lungo nella redazione de Il Giorno, gli aveva voluto dedicare. Sul cavalletto dello studio sta ora dipingendo un doppio ritratto, con Aldo Sangalli, antiquario noto di Casatenovo, e lo stesso Livio Cazzaniga.
Sono uno di fronte all’altro, immersi nel paesaggio di Brianza. «Come è accaduto per molti anni nella vita – aggiunge Cazzaniga – il passato spesso ritorna. Nell’oratorio della chiesa di Barzanò ci sono quindici tele che mi raccontano da giovane, ma quello che mi rende ancora più orgoglioso, è un quadro anche avevo dipinto quando avevo 25 anni. Il parroco mi ha detto che lo vuole mettere in chiesa. Ci sono un sacco di ragazzi. Ora sono tutti uomini, che ancora conosco e, quando mi incontrano, mi riconoscono e mi salutano». Insomma, Livio Cazzaniga non ne vuol sapere di smettere di usare i pennelli e continuare a sognare.