Andrea Morleo
Cronaca

Lecco, El Diablo e quel chilo di eroina in auto

Le intercettazioni della polizia svelano tutti i segreti del pusher marocchino arrestato la scorsa settimana

Il pusher con un cliente

Lecco, 7 ottobre 2015 - L'eroina e la cocaina comprate all’ingrosso a Milano e spacciate nei boschi sopra la stazione ferroviaria di Civate rendevano molto. Khalid Kabal (alias El Diablo), nativo di Beni Mellal ma senza fissa dimora sul suolo italiano, aveva messo su un’organizzazione niente male a dispetto dei suoi vent’anni.

É quanto emerge dalle numerosissime intercettazioni ambientali messe in campo dagli uomini della Mobile di Lecco, che hanno consentito di raccogliere prove inconfutabili sulla sua vastissima attività di spaccio La vita per El Diablo cambia il 19 dicembre 2014 quando viene fermato per un furto all’interno dell’Iperal: su segnalazione del personale della sicurezza, gli agenti della questura lo perquisiscono e gli trovano addosso dell’hascisc, 160 euro e soprattutto un cellulare con un’utenza telefonica che da quel giorno gli uomini Mobile cominciano a tenere sotto controllo.

Quell'utenza è un centralino della droga, i clienti chiamano per prenotare la propria dose, richieste pressanti tanto che El Diablo una volta si arrabbia con il fornitore perché rimasto senza scorte: «Ci avete lasciato senza lavoro oggi...». Il connazionale, che si trova a Milano, prova a giustificarsi: «Ieri non potevo, non avevo la macchina». El Diablo risponde seccato: «Cerca di procurarti una macchina allora».

Il linguaggio in codice ha i suoi termini gergali: si parla di «buona», che è la cocaina mentre l’eroina è definita «il brutto». Khalid Kabal maneggia tanta droga, come quando racconta a un amico che «l’altro giorno ho rischiato di brutto: ero in macchina con un italiano e avevo un chilo di sporca (eroina, ndr). Da Milano a Lecco dietro di noi c’era una macchina della Polizia, tremavo tutto...». El Diablo si sente spesso con altri spacciatori maghrebini per concordare i prezzi di vendita. Al telefono un collega dello spaccio si arrabbia: «Scusami, ma sei a posto che hai abbassato il prezzo a 15 euro: ma sei fuori?!».

Dall’altra parte El Diablo spiega che «solo un giorno ho fatto 15 euro, ma a volte faccio 30 e altre faccio 20 e il giorno successivo 25». Poi l’accordo per il giorno: «Allora facciamo un prezzo unico di 30?», dice l’altro pusher maghrebino. El Diablo ci sta: «Va bene, facciamo 30». La piazza di Lecco è sistemata e il prezzo concordato. Un’organizzazione che si rispetti ha pure dei risvolti di promozione del prodotto e valutazione della sua qualità e così El Diablo sollecita il fratello Rachjd a distribuire la sostanza acquistata la sera precedente dal fornitore per sentire il parere dei clienti. «Cosa ti hanno detto?», chiede El Diablo al fratello. «Più di uno mi ha detto che non è il massimo». É poi lo stesso pusher ventenne a mandare messaggi ai clienti più affezionati segnalando l’arrivo di «latte e caffè buonissimi», che sono poi cocaina ed eroina.

Gli utili sono alti infine perchè con la droga si fanno soldi, e gli affari a Lecco sembrano andare a gonfie vele. Un giorno un cugino, da Milano, gli chiede quanto guadagnino al giorno. El Diablo risponde così: «400-500 di solo guadagno la giornata buona e 250-300 quella peggiore». I soldi li chiede anche la sorella dei due. «Dovete mandare almeno mille euro ogni tanto in Marocco». E Rachid: «Non abbiamo ancora tanti soldi: è solo un anno che lavoriamo». E poi aggiunge seccato: «Ricorda che qua se non trovi il pane da mangiare, non te lo dà nessuno...qua facciamo una vita di merda per guadagnare i soldi».