
Interessati i volontari delle associazioni di soccorso da Croce rossa italiana alla Croce bianca Croce verde a Lecco Soccorso
Soccorrono persone, salvano vite, sono i primi a intervenire in caso di incidenti, infortuni, malori ed emergenze sanitarie. Sono i soccorritori delle associazioni di soccorso lecchesi: Croce rossa italiana, Croce bianca, Croce verde, Lecco Soccorso, Soccorso bellanese, Soccorso degli alpini di Mandello, Volontari del soccorso di Calolziocorte... Molti, la maggioranza, sono volontari, formati, certificati e qualificati con corsi di 120 ore più altre 60 di affiancamento. Altri sono dipendenti. Da Regione Lombardia devono ancora ricevere 800mila euro, il 10% degli 8 milioni di euro spesi negli ultimi tre anni e mezzo per comperare le divise, le ambulanze, il carburante, addestrarsi, gestire le associazioni. Soldi che non finiscono, appunto, in tasca a loro, ma che servono esclusivamente per garantire il soccorso sul territorio. Lo denuncia il consigliere regionale democratico lecchese Gian Mario Fragomeli: "Occorre intervenire sul sistema di saldo e sbloccare gli oltre 800mila euro di rimborsi dovuti alle associazioni di soccorso lecchesi".
Sono tanti soldi. Si tratta dei mancati rimborsi da parte di Regione Lombardia per conto di Areu, l’Azienda regionale per l’emergenza urgenza. Vale non solo per i volontari del soccorso lecchesi, ma di tutta la Lombardia. "Dal 2021 al primo semestre del 2024, il debito di Regione Lombardia e Areu nei confronti delle associazioni di volontariato affidatarie del servizio di soccorso e trasporto sanitario di emergenza-urgenza della nostra provincia supera gli 800mila euro di rimborsi non erogati – prosegue il consigliere democratico -. Un pasticcio burocratico che a quanto pare a Palazzo Lombardia non riescono a risolvere, continuando piuttosto a scaricare la responsabilità su chi fornisce un servizio preziosissimo". A Lecco e provincia per ora i volontari del soccorso comunque reggono e resistono tutti, anche perché non sgomitano per allargare la loro attività. In altre realtà, dove probabilmente il soccorso è diventato un business più che un servizio di volontariato, invece i soldi in ballo sono molti di più e quindi le difficoltà a far quadrare i conti sono molto maggiori.
D.D.S.