DANIELE DE SALVO
Cronaca

La guerra della settimana corta. Striscioni e genitori divisi. La decisione resta in sospeso

La preside della scuola media di Galbiate si è dimessa ed è già stata sostituita da una reggente. Un sondaggio aveva visto 389 famiglie a favore e 113 contrarie a variare l’orario attuale.

L’assessore Marco Brambilla

L’assessore Marco Brambilla

GALBIATE (Lecco) Striscioni fuori da scuola, come allo stadio. Da una parte gli ultrà della settimana corta, dall’altra i tifosi del tempo prolungato attuale. Un duro scontro tra i genitori degli alunni delle medie. Lettere, comunicati, comunicati e ora le dimissioni della preside, sebbene ufficialmente sia andata via per motivi familiari. La dirigente è stata sostituita da una reggente, ma anche diversi professori hanno rinunciato uno dopo l’altro a incarichi di coordinamento. In palio c’è l’entrata in vigore o meno già dal prossimo anno della settimana corta. Una scelta sostenuta, tramite sondaggio, dai genitori di 389 alunni, ma osteggiata da altri 113, che hanno scelto un percorso già cominciato con orari che verrebbero completamente stravolti.

Nonostante il parere favorevole di 14 componenti contro 3 del consiglio d’istituto e l’esito della consultazione tra i genitori, almeno per ora la settimana corta è stata bocciata e rimandata da tutti gli insegnanti del collegio docenti. "Ci aspettiamo le scuse per il clima di tensione e sfiducia che è stato generato tra i genitori", chiede l’assessore all’Istruzione Marco Brambilla. Non è chiaro se debbano porgerle l’ex preside o i professori, piuttosto che i vertici dell’ufficio scolastico provinciale che non hanno aiutato a gestire la situazione.

"Le nostre perplessità non sono legate alla settimana corta, ma alla gestione poco trasparente e partecipativa del processo decisionale – spiega Nicoletta Pirovano, una delle mamme che si sarebbe trovata in difficoltà in caso di cambiamenti improvvisi -. Ogni variazione importante come questa dovrebbe essere oggetto di un confronto aperto. Tutti i genitori e gli insegnanti dovrebbero inoltre agire non armati l’uno contro l’altro, ma uniti dal desiderio di fare il bene dei ragazzi".