DANIELE DE SALVO
Cronaca

Come fanno i cani dei carabinieri a scovare armi e droga dietro muri blindati, senza fiatare: viaggio nella “truppa d’elite”

Dodici militari e dieci “commilitoni“ a quattro zampe di razza purissima: pastori belga e tedeschi. “C’è intesa, non servono ordini”. Il luogotenente: olfatto fino a mille volte superiore a quello dell’uomo

I carabinieri e i cani del Nucleo Cinofili di Casatenovo: 12 militari e 10 cani tra razza malinois, pastore belga, e pastori tedeschi (foto Cardini)

I carabinieri e i cani del Nucleo Cinofili di Casatenovo: 12 militari e 10 cani tra razza malinois, pastore belga, e pastori tedeschi (foto Cardini)

CASATENOVO (Lecco) – Concentrati sull’obiettivo fino a quando non hanno portato a termine la missione. Veloci come saette, un fiuto infallibile a cui non sfugge nulla. Armi, esplosivi, droga di ogni sorta, perfino l’odore della paura e la violenza. Sono tra le truppe d’élite dei carabinieri. Sono i carabinieri e i cani del Nucleo Cinofili di Casatenovo: un manipolo di 12 militari, compreso un infermiere e un comandante in capo, e 10 cani, razza malinois, i temibili pastore belga, e pastori tedeschi, guidati dal luogotenente carica speciale Andrea Giordano, 54 anni, una carriera trentennale tra le unità cinofile. “I cani hanno un olfatto superiore dalle 10mila alle 100mila volte in più dell’uomo – spiega l’ufficiale in comando –. È questa la loro arma. Una nostra unità ha fiutato una partita di oltre 100 chili di droga sigillata in sacchetti di plastica, nascosta dentro frigoriferi chiusi ermeticamente, all’interno di una stanza blindata, dietro un muro”.

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"Senza la necessità di impartire ordini a voce non corriamo il rischio di farci sentire dai possibili sospettati"

Ma la vera forza dei cani dei carabinieri non sta solo nel loro fiuto. È nell’unione con i loro conduttori, un legame indissolubile, un’intesa perfetta: unità cinofile appunto. Basta che l’appuntato scelto qualifica speciale Tony Fidanza, 51 anni, da 28 carabiniere cinofilo, punti il laser in una stanza, affinché R-Max, malinois di 5 anni, scatti in una frazione di secondo e inizi a cercare ordigni, proiettili, pistole, fucili. “Senza la necessità di impartire ordini a voce non corriamo il rischio di farci sentire dai possibili sospettati durante le operazioni e di perdere l’effetto sorpresa”, sottolinea l’appuntato scelto: “R-Max non smette fino a quando non trova ciò che deve. Solo dopo si placa e si sdraia a terra, in attesa della sua ricompensa, una palla con cui giocare, perché per i cani-carabiniere il compito assegnato è come un gioco”.

Al vicebrigadiere Fabio Bifone, 41 anni, cinofilo dal 2017, invece è sufficiente che metta a Mitck, pastore di tedesco di 6 anni, il suo collare “da combattimento” perché entri in modalità ricerca di droga. Ne fiuta le tracce, pure dove non c’è più, ma c’è stata o qualcuno l’ha toccata. “E più fiuta tracce minime più significa che è bravo, perché i grandi quantitativi sono più facili da trovare perché emanano un odore più forte”, evidenzia il vicebrigadiere. Lo stesso vale per tutti gli altri cani del contingente di Casatenovo, tra cui due unità addestrate per l’ordine pubblico, in grado di neutralizzare possibili minacce.

“Ad oggi è sempre bastata la loro presenza per evitare che qualcuno ci aggredisca – racconta il comandante del Nucleo –. Al più hanno abbaiato per avvertimento ed è stato più che sufficiente per fermare eventuali assalitori, come esplodere un colpo di pistola di avvertimenti in aria”. Una volta portato a termine l’incarico i cani diventano poi come grandi cuccioloni, simpatici, affettuosi, che amano coccole e carezze.

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"Più fiuta tracce minime più significa che è bravo"

“Il nostro Nucleo Cinofili è uno dei 24 in Italia – riferisce con orgoglio il capitano Giovanni Casamassima, 41 anni, comandante della compagnia di Merate, cui fa capo il Nucleo casetese –. Viene impiegato in tutto il Nord Italia o dove occorre: bonifiche di luoghi dove si svolgono manifestazioni, perquisizioni, servizi di controllo”. Non si diventa carabinieri cinofili per caso: è una scelta, oltre che una passione. E non si finisce mai di addestrarsi, perché i cani devono obbedire a comando. I cani, di pedigree di razza purissima, cominciano ad essere addestrati al Centro dell’Arma di Firenze solo ad un anno e mezzo d’età. Il training dura quattro mesi, poi c’è un periodo di affiatamento con i loro conduttori, da cui non si separeranno mai, spesso nemmeno dopo il servizio. Perché per i cinofili, i cani non sono soldati da mandare in avanscoperta: non li esporrebbero mai a situazioni di pericolo; sono semmai commilitoni, compagni di vita oltre che di lavoro.