
Il sindaco di Imbersago Fabio Vergani con Giorgio Monti, presidente del Parco
Imbersago (Lecco) – La sbarra di imbarco che si chiude, uno strattone alle corde attaccate alla fune tesa tra una sponda e l’altra, poi di corsa al timone per manovrare e contrastare la forza della corrente in modo che trascini il traghetto verso l’altra riva, da Imbersago a Villa d’Adda e viceversa. È il lavoro da Caronte dell’Adda che sta svolgendo gratuitamente ogni domenica di bel tempo, ma spesso anche il sabato e durante i festivi, Fabio Vergani, il sindaco di Imbersago, che, pur di rivedere navigare il traghetto fermo in rada da anni, ha preso la patente nautica. “Accompagno migliaia di turisti – racconta -. Tra loro tantissimi stranieri, che arrivano dal Nord Europa in bici apposta”.
Si narra che il traghetto, che all’ultima edizione dei Luoghi del cuore del Fai è stato il bene più votato in Lombardia, il settimo in Italia, lo abbia invento Leonardo da Vinci: in realtà traghetti del genere esistevano già prima, ma il Genio ne avrebbe migliorato il progetto. Di certo quello di Imbersago è l’ultimo rimasto. Oltre al sindaco, non si trovano purtroppo altri traghettatori.
“Prendere la patente nautica non è semplice, richiede studio e tempo, è la stessa per i battelli del servizio di trasporto passeggeri – spiega Fabio Vergani -. Chi ce l’ha, la sfrutta quindi per guidare taxiboat sul lago, che rendono molto di più”. Così ogni domenica, spesso anche di sabato e i festivi, eccolo lì in plancia, a pilotare il gioiellino di storia, con buona pace della moglie che, costretta a prenotare le vacanze solo da lunedì a sabato perché la domenica il marito deve mettersi al timone. “Un bene che andrebbe valorizzato a livello regionale, perché da queste parti Leonardo c’è passato per davvero – sostiene il primo cittadino -. Non c’è solo il traghetto, ma anche il Naviglio di Paderno che è una sua opera e la forra dell’Adda che ha ritratto in alcuni suoi dipinti. All’estero impazzirebbero, da noi invece mi devo mettere io a far funzionare il traghetto”. Lo ha detto anche a Giancluca Comazzi, assessore lombardo a Territorio e Sistemi verdi, che ieri, durante una visita conoscitiva nelle zone del Parco Adda, è stato tra i suoi passeggeri insieme ad altri colleghi sindaci.