REDAZIONE LECCO

Guerra dei manifesti . La campagna sugli affitti finisce con uno scontro

Pescate, affissioni vandalizzate poi il sindaco ribatte con altri slogan

Guerra dei manifesti . La campagna sugli affitti finisce con uno scontro

Guerra dei poveri. O, forse, contro i poveri. È scoppiata a Pescate. La si combatte a colpi di manifesti e affissione pubbliche. Ai maxi manifesti affissi nei giorni scorsi a Pescate dai responsabili del Sai provinciale - il Sistema di accoglienza e integrazione -, insieme a tanti amministratori pubblici e cooperanti di realtà del terzo settore, tra cui la coop Consolida, per sensibilizzare quanti affittano case ad affittarle anche agli stranieri, controbatte il sindaco Dante De Capitani. Lo fa con un altro manifesto, che recita: "Anche gli italiani pagano l’affitto". Lo slogan fa il verso ai manifesti per sollecitare gli affitti di casa ai rifugiati, e – si legge sempre nel manifesto – rientra nella "campagna per la salvaguardia dell’identità territoriale a cura del sindaco di Pescate".

Sindaco che tiene a precisare che per la sua campagna i contribuenti pescatesi pagheranno solo 50 euro: "Gli impianti di affissione sono nostri (nel senso di comunali, ndr), il grafico è il sindaco, cioè io, quindi paghiamo solo le spese di stampa e di affissione, circa 50 euro totali". Tra l’altro, i manifesti per la campagna di sensibilizzazione a favore dell’affitto di appartamenti ai migranti che hanno ottenuto asilo politico, poco dopo la loro affissione, sono stati subito scarabocchiati se non addirittura vandalizzati, deturpando il volto degli stranieri che si sono prestati come modelli e aggiungendo l’avverbio "non" al claim "Io pago l’affitto", trasformandolo in "Io non pago l’affitto".

Solitamente i responsabili di atti di vandalismo a Pescate vengono puntualmente perseguiti, soprattutto grazie alle immagini registrare dalle tante telecamere del sistema di videosorveglianza installate nelle vie del paese.

"La libertà di espressione è sacra e quindi i vandalismi vanno sempre condannati", conferma il primo cittadino, che tuttavia poi aggiunge che "non ci sono telecamere in quella zona". I "colpevoli" quindi non verranno rintracciati, nonostante abbiano agito sulla trafficatissima ex Statale 36 e, magari, abbiano dovuto pure salire su una scala per imbrattare i manifesti.

Daniele De Salvo