DANIELE DE SALVO
Cronaca

Merate, febbre e pustole: aveva il vaiolo delle scimmie

Nei giorni scorsi un brianzolo di 40 anni si è presentato in accettazione al pronto soccorso del San Leopoldo Mandic. Era rientrato da poco da un viaggio alle Bahamas e da alcuni giorni manifestava sintomi strani

Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate

Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate

Merate (Lecco) – Febbre, mal di testa, linfonodi ingrossati, ma soprattutto piccole vesciche, pustole e crosticine su tutto il corpo. Il medico di guardia ha subito sospettato di quale malattia potesse trattarsi: vaiolo delle scimmie. Non si sbagliava, i successivi esami hanno confermato i dubbi e permesso di diagnosticare il caso di monkeypox.

Nei giorni scorsi un brianzolo di 40 anni si è presentato in accettazione al pronto soccorso del San Leopoldo Mandic. Era rientrato da poco da un viaggio alle Bahamas e da alcuni giorni manifestava sintomi strani, ma a infastidirlo e preoccuparlo erano soprattutto alcune strane vescicole. Nonostante non fosse stato in uno dei Paesi a rischio, il medico di turno, senza nemmeno bisogno di sottoporlo a particolari esami e accertamenti, ha intuito la possibile patologia che potesse aver contratto e lo ha inviato ai colleghi di Malattie infettive del Manzoni di Lecco, che hanno avvalorato le sue conclusioni.

"Non possiamo né confermare né smentire", si trincera dietro la supposta privacy Alessandra Grappiolo (nella foto), direttrice sanitaria di Asst della provincia di Lecco. Che però aggiunge: "Il paziente non è stato ricoverato". Le sue condizioni del resto non erano gravi, perché generalmente le manifestazioni del vaiolo delle scimmie sono meno preoccupanti di quanto si possa immaginare e basta evitare contatti stretti con le persone infette per scongiurare contagi.

In base ai dati diffusi da Ats Brianza, tra le province di Lecco e Monza, i casi di vaiolo delle scimmie quest’anno sono già 39, rispetto ai 43 di tutto il 2024. Solo un paziente è stato ricoverato. "È un’infezione zoonotica, trasmessa dagli animali all’uomo, causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo – spiegano gli esperti dell’Istituto superiore di sanità – ma meno trasmissibile e grave".