Virus che attaccano soltanto alcuni animali come la peste suina o l’influenza aviaria, altri che colpiscono anche gli umani come vaiolo delle scimmie, malaria, Zika, Dengue e West Nile. In passato i ricercatori lavoravano separatamente per trovare antidoti di fronte alle malattiei nfettive emergenti. Ora lo fanno in équipe e il “quartier generale“ della ricerca è a Pavia, dove ha sede la Fondazione Inf-Act. Non a caso ieri e mercoledì negli spazi dell’Università si sono riuniti oltre 400 scienziati provenienti da più 60 enti scientifici per il secondo meeting annuale della fondazione.
"Lo scopo della fondazione è creare una rete di supporto che ci tuteli nel caso di una nuova epidemia infettiva e per farlo, fin dall’inizio, abbiamo capito che era fondamentale agire sul presente ma anche sul futuro, per garantire una continuità ai nostri investimenti - spiega Federico Forneris -. Il presente è fatto di tanti soggetti che possono contribuire, dalle università, ai singoli scienziati, fino cliniche ospedaliere e le società private, come pure il mondo veterinario. Tutti stanno mettendo a disposizione le loro competenze e tecnologie per lavorare su questi temi attraverso collaborazioni sempre più strette e multidisciplinari. Il futuro è legato alle nuove generazioni, a coloro che si stanno avvicinando a queste realtà: questa borsa è un piccolo tassello affinché la rete di protezione si mantenga vitale grazie alle nuove energie e nuove idee dei giovani scienziati". Nella prima giornata sono stati premiati i ricercatori più adulti e ieri i più giovani. Tra questi ultimi anche tre pavesi Ayda Khorramnejad (“Impatto del cambiamento climatico globale sui vettori e sugli arbovirus emergenti“), Giacomo Vigezzi (“Sistema integrato di sorveglianza della dengue: un approccio sanitario in Lombardia“), Vittoria Mattioni Marchetti (“Caratterizzazione molecolare di Enterobatteri emergenti resistenti a fosfomicina“). Si potevano candidare i giovani scienziati con non più di 7 anni dal primo dottorato e con almeno due pubblicazioni originali. Ognuno ha presentato un progetto di ricerca per lo studio delle malattie infettive emergenti. Il finanziamento complessivo di 225mila euro della fondazione Inf-Act ha permesso di finanziare le borse da 15mila euro per 15 vincitori, che attualmente svolgono attività di ricerca in 10 università e centri di ricerca del centro-nord e sud Italia. "Questi soldi consentiranno ulteriori passi avanti nella ricerca e nella messa in pratica di strumenti di difesa dalle malattie infettive emergenti", conclude Forneris.