Devono rispondere di bancarotta per il fallimento della Fratelli Greppi, storica concessionaria di moto, bici, ricambi e accessori, avvenuto a giugno 2014, Fulvia Greppi e Giovanni Battista Bordoni. Ieri davanti al collegio presieduto da Enrico Manzi, l’accusa era condotta dal pm Paolo Del Grosso, sono stati ricostruiti i fatti, con l’esposizione bancaria dell’azienda che aveva sede a Garlate. Il curatore fallimentare Guerrera ha illustrato la situazione dell’azienda, che aveva effettuato investimenti per creare un punto vendita lombardo della Honda e quando Honda ha tolto il marchio si è trovata con un’elevata esposizione bancaria e da lì è iniziata la fase che l’ha portata al fallimento. Fino al 2012 era un’azienda sana – ha spiegato Guerrera -, poi in 2 anni c’è stato il tracollo. È stata dichiarata fallita per un’esposizione di 3 milioni e 548mila euro. La filiale della Banca Popolare di Sondrio, per realizzare il polo – come chiesto da Honda – aveva acconsentito ad un finanziamento di 750mila euro, a cui si sono aggiunti altri per quasi 3 milioni complessivi. Per questo motivo a processo anche il direttore della filiale della BPS, per un incauto finanziamento, ma il curatore l’ha scagionato sostenendo che "quanto accaduto a Greppi era imprevedibile". Dall’asta recuperati più di 2 milioni e mezzo, andati a banca, commercialista e dipendenti. Il 16 settembre la discussione. A.P.
CronacaFallimento della concessionaria Greppi, in tre a processo