
Gli attivisti del Comitato attaccano l’assessore regionale Claudia Maria Terzi "L’opera al posto del viadotto San Michele porterà traffico e inquinamento" .
"Una soluzione distruttiva e irrazionale per 80mila abitanti la cui qualità di vita viene messa gravemente in discussione". E’ un’accusa pesante quella che gli attivisti del Comitato Cittadini Ponti, per bocca del loro portavoce Angelo Giulio Mandelli, rivolgono all’assessora regionale alle Opere pubblica Claudia Maria Terzi, "colpevole" di voler imporre la costruzione di un nuovo unico ponte viario e ferroviario vicino a quello attuale per rimpiazzare lo storico viadotto San Michele, che per i tecnici di Rfi dovrà essere dismesso entro il 2030, all’alba del secolo e mezzo di onorato servizio.
L’ipotesi, la meno costosa e più veloce da realizzare tra tutte quelle elaborate, non piace agli amministratori dei paesi della zona e neppure della provincia di Monza né chi a Paderno e Calusco e d’intorni abita e lavora, agli ambientalisti, a imprenditori e artigiani. Tanti i motivi comprovati di contrarietà e rischi: l’esproprio e l’abbattimento di edifici, tra cui case e negozi; l’aumento a dismisura del traffico in tutto il circondario e quindi di inquinamento in un’area dove tra l’altro sorge già un forno inceneritore dove si bruciano fino a 110mila tonnellate di rifiuti all’anno; l’impossibilità di riconoscere il San Michele come sito Unesco; lo sventramento della valle dell’Adda.
Angelo Giulio Mandelli parla di "conseguenze nefaste in termini di traffico congestionato, inquinamento dell’aria e sonoro, sconquasso urbanistico degli interventi proposti incomprensibilmente, in un corridoio così delicato e inadatto".
Sul tavolo ci sono almeno una ventina di proposte alternative, da ultima quella di un tunnel sotto l’Adda, che tuttavia si teme non verranno nemmeno analizzate, poiché l’assessora lombarda e il sottosegretario regionale Mauro Piazza, sebbene sia di Lecco, hanno indicato di preferire appunto la soluzione di un nuovo ponte unico vicino all’attuale. "È chiaro – è il j’accuse – che in Regione non intendano tenere conto delle osservazioni motivate su cui si sono aggregati non solo comitati ma molte amministrazioni. Stiamo parlando di 13 Comuni della sponda lecchese e brianzola in rappresentanza di quasi 80mila abitanti la cui qualità di vita viene messa gravemente in discussione".