DANIELE DE SALVO
Cronaca

Valmadrera, stop antimafia alla concessionaria

L’attività serviva per il riciclaggio di denaro. Il proprietario è già in carcere per omicidio

L'autorimessa chiusa

Valmadrera (Lecco), 18 febbraio 2021 -  La concessionaria fantasma del killer della mafia è stata chiusa. A ordinare la serrata è stato il prefetto Castrese De Rosa che ha emesso un’interdittiva contro la "Monti auto" di Valmadrera, intestata a Danilo Monti, 30 anni compiuti pochi giorni prima di essere arrestato di nuovo lunedì scorso durante la maxi retata antimafia "Cardine – Metal money" per demolire l’impero costruito su rottami ed estorsioni del nuovo boss 72enne della ‘ndrangheta lecchese compare Cosimo Vallelonga. Il 30enne al momento del blitz era già in prigione per scontare una condanna a 17 anni di cella per aver ammazzato su commissione a colpi di calibro 9 nel 2015 un macellaio 35enne nel Catanzarese in cambio di 19mila euro per saldare in suoi debiti di droga. Nonostante non avesse dipendenti, abbia effettuato solo un paio di operazioni nel giro di 36 mesi, il suo fatturato sia inesistente e non risultino patrimonializzazioni ma neppure utenze a lui intestate, dai conti correnti personali del sicario tra il 2015 e il 2018 sono stati prelevati almeno 900mila euro in contanti. E poi ci sono altri fiumi di denaro che lui stesso ha prelevato forsennatamente in diversi uffici postali. Il sospetto più che fondato e documentato è che utilizzasse quindi l’attività di commercio di auto solo come lavatrice di denaro sporco.

Negli atti d’inchiesta si riporta che sarebbe stato stretto collaboratore e persona di fiducia sia del nuovo padrino lecchese sia di Vincenzo Marchio, 37 anni, figlio del 64enne Pierino Marchio, uno degli esponenti di punta della ’ndrangheta locale di Calolziocorte. Oltre a fungere da testa di legno e prestanome per spostare i soldi da un conto all’altro e per consegnarli di persona al mammasantissima, avrebbe anche partecipato direttamente al traffico di rifiuti. "Già strettamente legato ai Trovato, viene considerato il punto di intersezione tra diverse cosche calabresi", spiegano dalla prefettura. Sono già 13 le interdittive antimafia emesse negli ultimi due anni. "L’attività di prevenzione amministrativa è fondamentale per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo legale", sottolinea il Prefetto.