
Claudio Cappelli
Barzanò (Lecco), 3 luglio 2016 – Claudio Cappelli, l'imprenditore di Barzanò ucciso nell'attentato di Dacca in Bangladesh, si era sentito con la moglie poco prima di recarsi nel ristorante Holey Artisan Bakery dove i presunti terroristi dell'Isis hanno fatto irruzione. Erano entrambi contenti perché il viaggio di lavoro si era concluso bene tanto che le aveva annunciato che sarebbe tornato a casa un giorno prima rispetto a quanto programmato, sabato invece che domenica. I due si erano salutati dandosi appuntamento telefonico più tardi, ma alle chiamate di Valeria non ha più potuto rispondere né ha mai poi tornare a casa da lei e dalla loro bimba di appena sette anni.
Secondo i funzionari della Farnesina il feretro con la sua salma, come quella degli altri italiani assassinati, dovrebbe essere rimpatriato nel giro di 72 ore con un volo militare, mentre i funerali potrebbero svolgersi in paese entro fine settimana, sebbene data la situazione, mancano conferme ufficiali. Intanto il piccolo paese brianzolo, dove l'uomo viveva in un appartamento del centro in via Ferrari, è stato listato a lutto e le bandiere del municipio sono state ammainate a mezz'asta in segno di lutto e di cordoglio pubblico.
I familiari della vittima hanno appreso la notizia da Gianni Boschetti, l'unico scampato alla mattanza. «E' stata una notte d'angoscia terribile – racconta Vittore Beretta, suocero del 45enne trucidato e patron dell'omonimo storico marchio di insaccati -. Quando abbiamo appreso quello che stava succedendo abbiamo cercato di contattare mio genero ma non rispondeva, allora abbiamo chiamato Gianni Boschetti ma pure lui non rispondeva. Allora ci siamo rivolti al suo autista ma non sapeva molto. Poi prima dell'alba Gianni ci ha anticipato quello che più tardi ci è stato confermato dal ministero degli Esteri».
Gli operatori dell'unità di crisi li hanno comunque tenuti costantemente aggiornati di quello che succedeva, sulla presa degli ostaggi, sulla preparazione del blitz dei poliziotti, dell'irruzione, infine del riconoscimento del congiunto ammazzato. Ora si sono stretti tutti insieme a casa proprio di Vittore Beretta. Chiedono di esser lasciati per quanto possibile tranquilli: «La mia nipotina non sa ancora nulla, come si fa a dire a una bambina che aspetta di riabbracciare il padre che invece non lo rivedrà più?».