
Il crollo del cavalcavia di Annone Brianza
Annone Brianza (Lecco) - Ultimo atto sul crollo del ponte di Annone Brianza, con rimpallo di responsabilità tra Anas e Provincia di Lecco. Il processo si sta concludendo come erano iniziate le indagini il 28 ottobre di cinque anni fa, quando ci fu il crollò che provocò la morte di Claudio Bertini e sei feriti. Ieri nell’arringa gli avvocati dei quattro imputati, ovvero Andrea Sesana funzionario della Provincia di Lecco, Angelo Valsecchi dirigente della Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore capo compartimento Anas Lombardia e Silvia Garbelli, funzionario della Provincia di Bergamo, si sono rimpallati la responsabilità sul cavalcavia.
"Era di competenza della Provincia", "No incombeva sulla statale 36, quindi la competenza era di Anas", su questo filone si è svolta l’arringa. Il Pm ha chiesto la condanna a 4 anni per Andrea Sesana e Giovanni Salvatore, 3 anni e 6 mesi per Angelo Valsecchi e 2 anni per Silvia Garbelli. Il giudice monocratico Enrico Manzi ha fissato al 6 settembre l’udienza per repliche e sentenza. Nel frattempo le parti civili si sono sfilate dal processo, annunciando l’accordo con le assicurazioni sui risarcimenti.
Sono usciti Augusta Brusadelli, moglie di Claudio Bertini, unica vittima del crollo del viadotto, assistita dall’avvocato Biagio Giancola; Vasile Ciorei, autista del camion che ha provocato il crollo, difeso dall’avvocato Giuseppe Sorcinelli; Paolo Giacalone, assistito dall’avvocato Claudia Canali, la cui auto era rimasta in bilico sui resti del ponte oramai crollato: Gaetano Femiano con la moglie Elena Gennari e la figlia che ai tempi della tragedia aveva 12 anni, assistiti dall’avvocato Vito Zotti. L’unica parte civile a rimanere nel processo è il Codacons che ha depositato con l’avvocato Marco Colombo una memoria scritta, chiedendo un fondo di indennizzo per la somma di 50mila euro e le spese legali. L’avvocato Marco Colombo ha poi chiesto la trasmissione degli atti in Procura per quanto concerne la società Nicoli trasporti, per valutare la sua responsabilità nel crollo del cavalcavia, e di Flavia Nicoli per valutare quando ha dichiarato nella deposizione in aula. Ora si attende la sentenza.