
Un eroe sconosciuto ai più e spesso dimenticato. Però non a Esino Lario, il suo paese d’origine e dove...
Un eroe sconosciuto ai più e spesso dimenticato. Però non a Esino Lario, il suo paese d’origine e dove è sepolto. Il generale Enrico Mino è stato ricordato anche ieri, in occasione della posa della pietra d’inciampo di Matteo Adamoli, partigiano morto in un lager il 12 febbraio 1945 ad appena 21 anni di età, perché anche lui è morto per aver compiuto la scelta giusta.
Il generale Enrico Mino, il 31 ottobre 1977, nonostante fosse il comandante generale dei carabinieri si trovava in Calabria per conoscere ed esplorare di persona, con i suoi uomini i luoghi dove gli ‘ndranghetisti nascondevano quanti rapivano e sequestravano per ottenerne il pagamento del riscatto. A bordo di un elicottero AB 205 stava sorvolando le pendici del monte Covello in località Rinitello, a Girifalco, provincia di Catanzaro, un viaggio da cui non è mai tornato indietro vivo, perché il velivolo è precipitato. Un incidente anomalo, avvolto in parte nel mistero. Il generale aveva 62 anni. I pochi resti recuperati sono seppelliti appunto a Esino, dove era nato.
"Un cavaliere senza macchia e senza paura", riportano le cronache dell’epoca, che ha partecipato anche alla Seconda guerra mondiale in Nordafrica ed è stato anche consigliere militare del Presidente della Repubblica dal ‘66 al ‘69, fino a diventare, nel 1973, comandante generale dell’Arma dei carabinieri, ruolo che ha mantenuto sino alla sua morte. "L’ultimo tragico atto di una nobile vita chiusa in maniera imprevista, assurda, ingiusta, impietosa, e fino ad ora non senza una zona di mistero – le parole del parroco dell’epoca – Ma forse qualcuno sa o potrebbe o doverne sapere di più". D.D.S.