C’era già tutto nel debutto sui giornali di Silvio Berlusconi. La data è quella del 9 dicembre 1974. Anche se i fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 dicembre, una notte di scighera spessa come latte. Quella vigilia di Sant’Ambrogio un imprenditore edile 37enne, che fino ad allora si era fatto notare per la costruzione delle aree residenziali di Brugherio e di Segrate (ribattezzata Milano 2), organizza nella sua villa di Arcore una festa – una delle prime di cui si abbia notizia – a cui partecipano decine di persone. Tra di loro anche un principe di origine napoletana: Luigi D’Angerio di Sant’Agata. All’uscita dalla festa la sua Autobianchi A112 guidata dal figlio, a bordo della quale c’è anche la moglie, viene speronata e bloccata da un commando di rapitori – un po’ imbranati, a dire il vero – a bordo di due Alfetta. Il principe viene afferrato, incappucciato e caricato nell’auto dei criminali. Che poi sfrecciano verso Monza. Non hanno però fatto i conti con la nebbia e a un incrocio finiscono contro un guard rail: l’auto si accartoccia e il principe riesce a fuggire. Sulle tracce dei rapitori ci sono intanto i carabinieri. I criminali si danno alla fuga a piedi. Uno di loro – non proprio un genio del crimine – mentre scavalca un cancello perde la patente, che verrà ritrovata il giorno dopo dagli investigatori, permettendo di identificarlo e – l’anno dopo – condannarlo per sequestro di persona. Risultò poi che D’Angerio di principesco avesse solo il titolo (e forse neanche quello), che un riscatto non avrebbe mai potuto pagarlo e che i rapitori in realtà avessero come obiettivo il padre di Berlusconi, Luigi.
Editoriale e CommentoIl debutto di Silvio