In memoriam del pavé

Le ruspe hanno iniziato a rimuovere la storica pavimentazione di via Montegani a Milano

Da sempre le pietre raccontano storie di passi. E i passi che hanno solcato il pavé di via Montegani a Milano sono quelli di contadini e ribelli, di operai e artigiani. Furono posate nel 1926 in un quartiere che era nato quarant’anni prima per ospitare le baracche dei poveri che giungevano in città dalla campagna. Furono posate dal regime fascista, ma i piedi che le calpestavano era piedi di operai. E quando i fascisti vollero denominare il quartiere “28 ottobre” in onore della Marcia su Roma, gli operai insorsero e lo ribattezzarono “Baia del Re”, in nome dell’ultimo avamposto della spedizione italiana che raggiunse il Polo Nord in dirigibile.

Nei decenni, su quel pavé di via Montegani sorsero e scomparvero botteghe e negozi eccellenti, come il laboratorio di burattini di Carlo Colla. Ed ora quelle pietre che portano con sé un secolo di storia vengono smantellate dalla ruspe per fare spazio all’asfalto: non reggono più il via vai delle auto e sono ormai sconnesse. Eppure i cittadini sono ancora affezionati a quei sassi regolari e squadrati a cui sono ormai abituati. E insorgono ancora una volta: i comitati di quartiere vogliono impedire al Comune di rimuoverli, chiedono di restaurarli, organizzano manifestazioni, interpellano ministri e raccolgono firme. Ma le ruspe, si sa, hanno l’abitudine di non fermarmi. Neanche di fronte alla Storia.