Non sparate sul tassista

Il conducente massacrato da 4 passeggeri per aver scelto una strada che a loro non piaceva. E una riflessione

Non sempre a Milano i tassisti hanno riscosso univoca simpatia. Colpa, certo, di una minoranza, che ha finito per danneggiare un’intera categoria. È bastato poco, qualcuno che rispondesse malamente a chi chiedeva di pagare con il bancomat. O qualcun altro semplicemente incontrato nella giornata storta. Per carità. Ma non dimentichiamo la dovuta considerazione per chi svolge un mestiere spesso usurante, che a volte finisce per metterlo a contatto con veri e propri delinquenti. Come è accaduto a Stefano Corti, un conducente che si avvia ormai verso la meritata pensione, dopo 38 anni al servizio dei clienti per le strade di Milano. L’autista, alla soglia dei 60 anni, è stato massacrato di botte (con un mese di prognosi) da quattro banditi che aveva preso a bordo vicino al Duomo. La sua colpa? Avere scelto una strada che ai quattro non piaceva. Un’aggressione violentissima, senza spiegazioni, che poteva costargli la pelle. Per fortuna nell’auto c’era una telecamera e i quattro sono stati identificati. E adesso che paghino e fino in fondo. Una corsa non vale una vita.