Botte al tassista accusato di aver allungato la corsa: "Io, massacrato da padre e tre figli"

La denuncia di Stefano Corti, da 38 anni al volante: “Aggredito per 10 euro. Nessuno si è fermato ad aiutarmi, gli automobilisti facevano retromarcia"

I segni delle botte sul volto di Stefano Corti

I segni delle botte sul volto di Stefano Corti

Milano – “Mi hanno massacrato di botte per 10 euro: mi hanno picchiato in quattro, in tanti hanno visto e nessuno mi ha dato una mano". Stefano Corti, 59 anni di cui 38 passati al volante di un taxi, è ancora sotto choc per il pestaggio subìto martedì sera a Milano, poco dopo le 23.30: dimesso con 30 giorni di prognosi per i vari traumi riportati (tra cui la frattura delle ossa nasali), ieri pomeriggio è andato in commissariato a sporgere denuncia.

"Perché l’hanno fatto? Un padre con tre figli... Perché? Per 10 euro? Non è possibile", non si dà pace Stefano, tassista della centrale radio 8585.

Signor Corti, a che ora li ha incontrati?

"Erano le 23.30 di martedì, stavo percorrendo via Manzoni e all’incrocio con piazza Scala mi hanno fermato: li ho presi al volo, mi hanno detto di portarli in un hotel di via Calvi. Col senno di poi, mi viene in mente che il padre era un po’ alterato e parlava in continuazione, ma in quel momento non ci ho fatto caso".

E poi cos’è successo?

"Ho fatto il percorso che passa per il centro, da Cordusio e via Mazzini, per poi dirigermi verso corso di Porta Vittoria. Avrei anche potuto fare inversione e tornare indietro verso la preferenziale di via Senato, ma avremmo impiegato più o meno lo stesso tempo. In viale Premuda, quasi a destinazione, si sono messi a urlare, accusandomi di aver allungato il tragitto: ‘Stiamo facendo il giro di Milano’. Poi hanno iniziato a colpirmi".

Lei ha reagito?

"Ho provato a difendermi, ma ero bloccato dalla cintura di sicurezza: non sono riuscito a scendere subito dalla macchina, loro continuavano a colpirmi. Poi sono riuscito in qualche modo a divincolarmi, ma in strada mi hanno colpito ancora. Sa qual è la cosa che mi ha fatto più male?".

Quale?

"C’era gente a quell’ora, ma nessuno si è sentito in dovere di aiutarmi: ho visto automobilisti fare retromarcia per allontanarsi".

E poi?

"È passata una pattuglia di agenti della polizia locale: ho chiesto aiuto a loro, mentre i quattro hanno urlato ‘Gli sbirri, gli sbirri’ e sono scappati. Dopo diversi minuti, i vigili li hanno intercettati poco lontano e si sono fatti dare le loro generalità (i ghisa li hanno effettivamente identificati in via Fiamma quaranta minuti dopo la mezzanotte, ndr ). A quel punto, hanno tirato fuori una storia strampalata: che li avrei aggrediti con un coltello, che li avrei circondati con altri colleghi... Tutto falso, ho i filmati della dashcam installata nell’abitacolo".

Ha presentato denuncia?

"Sì, un’aggressione del genere non può e non deve restare impunita".

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