VALENTINA BERTUCCIO D’ANGELO
Editoriale e Commento

Mamme col Lambro alla porta

I disagi di andare all’asilo sotto l’acquazzone impallidiscono davanti a ciò che succede con l’esondazione del fiume “milanese”

Mentre cerco di convincere mio figlio che l’ombrello è meglio tenerlo sopra la testa e non di lato; mentre lo raccolgo dalla pozzanghera dove è inciampato, tuffandosi con mani, piedi e ginocchia esattamente trenta secondi dopo che siamo usciti di casa; mentre sento colare lungo la schiena la pioggia che s’intrufola dal colletto della giacca, lasciato scoperto a causa di tutte le procedure di cui sopra, dentro di me sento montare imprecazioni dal sapore antico. Poi però, una volta all’asciutto, prendo il telefono e scorro le immagini dal quartiere Ponte Lambro: strade come fiumi, gente che avanza nell’acqua a gambe nude, un gommone per mettere in salvo una mamma spaventata con i suoi due bambini. Tutto, per me, si ridimensiona e mi riprometto: al prossimo acquazzone, calma olimpica. Perché non in tutta la città c’è il Lambro che bussa alla porta di casa.