ARNALDO LIGUORI
Editoriale e Commento
Editoriale

Non all’arte non all’amore né al clima

Non è facile dare una definizione ai graffiti che tre ragazzi a volto coperto hanno dipinto, a forza di bombolette spray, sulla facciata della storica Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Non è una dedica d’amore o d’irrefrenabile passione. Né un messaggio in difesa di un clima globale sempre più compromesso dall’uomo. Si potrebbe descrivere come un’espressione artistica, ma il graffitismo – Graffiti Writing non significa Street Art – ha quasi sempre rifuggito questa definizione, preferendo quella di manifestazione sociale. I milanesi, d’altro canto, hanno definito la scritta e suoi autori in modi piuttosto coloriti. Dai pacati commenti dei milanesi comuni (“È uno sfregio”, “Sono disgustata”) fino alle più esuberanti dichiarazioni dei loro rappresentanti politici (“Deficienti”, il commento di Attilio Fontana, “Hanno perso una buona occasione per buttarsi giù”, quello di Vittorio Sgarbi). Alla fine, non conoscendo ancora i responsabili (attualmente ricercati), sappiamo solo cosa c’è scritto: 1€4a7. Potrebbe essere, stando alle prime ricostruzioni, la firma di un writer francese. Insomma, una colossale espressione di sé stessi, un gigantesco “sono stato qui”. Sarebbe un peccato e, in un’ultima istanza, una vuota e deludente ostentazione di sé.