In una della rare concessioni del suo ego, Cristiano Ronaldo ammise in un’intervista che parte del suo successo lo aveva costruito studiando, negli anni, i segreti di compagni e avversari.
Enrico Pazzali invece gli avversari li voleva spiare per infangare e toglierli dalla mischia. Tra i primi il presidente del Milan Scaroni, suo possibile competitor nella corsa alla guida di Fondazione Milano-Cortina. Nell’estate 2022 chiede a un collaboratore “informazioni che possano escluderlo dalla corsa”.
È una delle tante intercettazioni della maxi inchiesta che ha smantellato un presunto “network di spioni”. Quartier generale proprio la Equalize, la società di Pazzali dove hacker professionisti andavano a caccia di dati per creare dossier e “sputtanare tutta Italia”
Enrico Pazzali non è uno dei tanti ultrà tatuati, con la faccia cattiva, la fedina penale chilometrica e arrestati perché a San Siro facevano affari con la criminalità, come ha svelato un’altra recente inchiesta della Dda. Pazzali è il presidente di Fiera Milano. Pardon, era: nella serata di ieri si è autospeso dalla carica.
Mezzo secolo fa le intercettazioni del Watergate portarono alle dimissioni nientepopodimeno che di un presidente Usa (Nixon). Niente di nuovo sotto il sole. Semmai ai giovani va ricordato che questa non è più la Milano “da bere”. Oggi è la Milano (l’Italia) da “sputtanare”.