LORENZO PEDRINI
Economia

"Un albo professionale per i direttori di ateneo"

Vincenzo Tedesco, direttore generale a Camerino

di Lorenzo Pedrini

Direttore generale di uno degli atenei più antichi e performanti del Paese, il piccolo gioiello marchigiano di Camerino, presidente vicario del Codau, l’associazione che riunisce i suoi colleghi direttori, e un solido curriculum a certificarne le esperienze dirigenziali, a Lucca e a Pisa, e le competenze nell’anticorruzione, l’economia, la giurisprudenza e le relazioni internazionali. Perché, come dice Vincenzo Tedesco, "il nostro è un mestiere più che mai delicato".

Come racconterebbe quello che fa a chi di amministrazione universitaria si intende poco?

"Gli direi che i direttori di ateneo sono il vero raccordo fra le istituzioni che si occupano di alta formazione, dal Ministero in giù, il Rettore e il Cda dell’ateneo che dirigono, che, in ultima istanza, affida loro l’incarico e vigila sul loro operato. E proprio perché parliamo di un mestiere ibrido e complesso, che si basa su competenze ampie e sfaccettate, non possiamo e non dobbiamo pensare che possa essere svolto da chiunque".

La vostra figura, quindi, non discende da percorsi concorsuali ben definiti?

"In realtà è quasi vero il contrario. Perché i direttori generali delle università, dai tempi della Legge Gelmini che, sostituendo quelli che si chiamavano direttori amministrativi, riformò la materia assimilandoci ad un modello dirigenziale vicino alla Sanità pubblica, ha reso possibile la nomina di dg che provengono da tutt’altri settori, magari già dirigenti di partecipate o altro. I quali, non conoscendo bene le sfaccettature del sistema università, rischiano di creare ulteriori criticità, nella gestione dei bilanci e nelle attività quotidiane".

Come cambiare questo stato di cose?

"Facendo il passo che, come Codau, stiamo chiedendo a gran voce, ossia istituire un Albo di direttori generali qualificati al quale ogni Ateneo possa attingere con sicurezza. Per farlo, servono unità d’intenti e una solida sponda ministeriale, sulla quale stiamo cominciando a lavorare".

Intanto, continua a lavorare pure l’Università di Camerino. E lo fa dal 1336.

"Sette secoli e non sentirli. E sfido chiunque ad affrontare 5 anni di ricostruzione post-sisma e investimenti infrastrutturali restando sempre in cima alle classifiche Censis degli atenei con meno di 10mila studenti. Oltre a piazzare, come afferma un recente studio della Stanford University, ben 14 docenti e ricercatori nell’elenco dei 100mila scienziati più citati al mondo. A partire da un chimico di fama come il nostro magnifico rettore, Claudio Pettinari".

E il segreto, per mantenere standard internazionali anche in provincia, qual è?

"Se Camerino ha 7mila residenti e 9mila studenti, l’eccellenza vi può sopravvivere solo garantendo a questi ultimi servizi di alto livello, come peraltro già accade ora, viste le immatricolazioni in aumento del 40%. Anche per questo, dopo il terremoto che, nel 2016, rese inagibile la metà delle nostre strutture, abbiamo investito sul mattone, anche grazie all’accesso a fondi emergenziali, e ora siamo pronti a inaugurare un nuovo Centro di ricerca chimica, oltre ad avviare i lavori di un Centro studenti ‘green’".

Con il sisma, poi, ricorreste alla Dad ben prima del Covid-19.

"Per noi le piattaforme digital con ‘stanze didattiche’ riservate ai docenti si sono attivate già dal 2016, per far fronte al post-terremoto. E lo smart-working è realtà che già da tempo avevamo definito, con uno dei primi accordi sindacali sul tema, grazie a una rotazione intelligente del personale e a un avanzato regime di flessibilità. Parlando di Covid, invece, la notizia è che stiamo lanciando in questi giorni un piano vaccinale interno dedicato a dipendenti, borsisti, dottorandi e assegnisti e a chi frequenta abitualmente l’Ateneo, oltre alla campagna di prevenzione con sierologici e tamponi avviata a fine 2020".