Tassa sui frontalieri, la protesta dei sindacati: “Provvedimento iniquo e illegittimo”

Inserita nella Legge di bilancio, ha l’obiettivo di finanziare un maggior salario ai lavoratori della sanità nelle aree di confine

Tassa sui frontalieri

Tassa sui frontalieri

La tassa sul lavoro frontaliero introdotta con la Legge di bilancio è un provvedimento”iniquo, ingiustificato, intempestivo e, verosimilmente, illegittimo”. Lo affermano Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, che dallo scorso ottobre hanno richiesto uno stralcio del provvedimento dalla manovra insieme ai sindacati svizzeri Unia e Ocst.

In particolare il provvedimento, che serve per “finanziare un maggior salario ai lavoratori della sanità nelle aree di confine” appare essere “di dubbia legittimità, perché si porrebbe in contrasto con il principio di universalità del sistema sanitario nazionale garantito a tutti i cittadini italiani indipendentemente dalla propria condizione”. Da qui la richiesta di "convocazione immediata del tavolo interministeriale costituito ed introdotto dalla legge numero 83 del 2023”.

Contro la tassa è stata anche lanciata una petizione online sul sito specializzato Change.org che ha raggiunto in pochi giorni 5.500 firme. “La legge sulla tassa per la sanità dei frontalieri è ingiusta e discriminatoria - si legge ne testo della petizione –  si tratta di un prelievo forzato che colpisce solo una parte di cittadini, quelli che vivono e lavorano nelle zone di frontiera”. I promotori dell’appello spiegano inoltre che “i frontalieri pagano già la sanità con le trattenute d'imposta alla fonte e i relativi ristorni che vanno ai Comuni di frontiera. Questa tassa aggiuntiva non fa altro che aggravare ulteriormente il loro carico fiscale senza permettere invece di detrarre dalle imposte le spese mediche che vengono sostenute”.