Sanità di confine e frontalieri. Tassa da 30 a 200 euro al mese: "Balzello solo per fare cassa"

Il provvedimento previsto nella Finanziaria. Le reazioni di Pd e M5S

Sanità di confine e frontalieri. Tassa da 30 a 200 euro al mese: "Balzello solo per fare cassa"

Sanità di confine e frontalieri. Tassa da 30 a 200 euro al mese: "Balzello solo per fare cassa"

Annunciata nelle scorse settimane sta prendendo forma la “tassa dei frontalieri” prevista nella legge di Bilancio come strumento per finanziare il rafforzamento della sanità di confine, ovvero concedere dei bonus a medici e infermieri per non cedere alle lusinghe della vicina Svizzera dove gli stipendi sono anche due o tre volte più alti che in Italia

Nonostante le critiche da parte dell’opposizione, Pd e M5s in particolare, che hanno chiesto il ritiro della tassa o in subordine l’abbassamento della sua aliquota, il riferimento più concreto continua a essere l’emendamento proposto dalla lega, lo stesso partito del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, che prevede un contributo variabile dal 3% al 6% del salario con la possibilità per le regioni di stabilire il suo esatto ammontare. La base imponibile è rappresentata dagli oltre 80mila “vecchi” frontalieri, ovvero tutti quelli assunti prima della metà di luglio 2023, data in cui è stato siglato l’accordo per la nuova fiscalità tra Italia e Svizzera che modifica la precedente intesa risalente al 1973. A conti fatti si tratterà di un prelievo che varia dai 30 ai 200 euro al mese, a seconda del salario. Una gabella antipatica anche per chi percepisce stipendi che essendo pagati in franchi nell’ultimo anno e mezzo si sono rivalutati per effetto dell’impennata della valuta svizzera, considerata a buon diritto bene rifugio dei risparmiatori.

"Riteniamo sia giusto che la compartecipazione dei lavoratori frontalieri al servizio sanitario nazionale sia proporzionale al reddito netto, comprensivo dei carichi familiari – difende la nuova imposta il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama –. Grazie al nostro intervento i redditi medi non pagheranno il tetto massimo. Obiettivo della Lega è quello di rassicurare i lavoratori frontalieri nel nome del buonsenso. Contrari i sindacati dei frontalieri che continuano a chiedere il suo stralcio. "Singolare che l’emendamento proposto dalla Lega sulla nuova tassa progressiva sulla salute venga considerato un passo in avanti – sottolinea Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri Cgil –. Quando si dice che chi propone la soluzione è parte del problema. Questa è una Finanziaria chiaramente volta a fare cassa, seguendo il luogo comune dei frontalieri che non pagherebbero le tasse, introduce un nuovo balzello per una categoria che, con i ristorni, versa alle casse italiane 90 milioni di euro".

Roberto Canali